Pontedera, 23 ottobre 2023
Il Teatro della Toscana annuncia la stagione 2023/2024 del Teatro Era di Pontedera confermando la volontà di contribuire alla crescita culturale, oltre che sociale ed economica, della Valdera: è una visione che si radica e si misura nella stretta relazione che il Teatro Era negli anni ha costruito con il territorio, un rapporto tanto più forte quanto più consapevole.
Le eccellenze della Valdera collaborano in sinergia con l’obiettivo di dare ciascuna il proprio prezioso contributo al benessere comune. In questo si è inscritto l’importante impegno del Comune di Pontedera che, sfruttando i fondi del PNRR, ha consentito che il Teatro Era fosse oggetto di un programma di lavori di manutenzione e riadeguamento che ne hanno migliorato ulteriormente l’efficienza e la funzionalità.
Dunque, la linea strategica della Fondazione sul Teatro Era, nel segno dei valori fondativi Giovani, Europa, Lingua Italiana, traccia la fisionomia di una vera e propria “casa del fare teatrale”, riconosciuta per la sua forte capacità di inclusione e di intessere relazioni. Questo è testimoniato dalle produzioni e coproduzioni che qui trovano il luogo di riallestimento e confronto con il pubblico, dopo intensi periodi di ricerca, di approfondimento e di prova, prima di tournée nazionali che toccano, insieme al Teatro Era, le altre sale della Fondazione, il Teatro della Pergola o il Teatro di Rifredi.
È il caso dell’apertura della stagione il 16 e 17 novembre 2023 con Fausto Russo Alesi che adatta, dirige e interpreta, insieme a una potente compagnia di attori, L’arte della commedia, Manifesto del Teatro di Eduardo De Filippo e traduzione in prosa delle sue battaglie per le sorti del Teatro parallele alle fatiche personali e senza aiuti delle Istituzioni, per l’apertura del Teatro San Ferdinando di Napoli. L’Iliade da Omero con Alessio Boni e Iaia Forte riallestisce a Pontedera il 9 e 10 gennaio 2024, dopo il debutto nazionale a Bergamo.
L’indipendenza del pensiero, caratteristica che porta a essere osteggiati da fronti diversi, percorre spettacoli come Il sogno di una cosa da Pier Paolo Pasolini per Elio Germano e Teho Teardo il 21 e 22 dicembre 2023 e La buona novella di Fabrizio De André per Neri Marcorè il 17 e 18 febbraio 2024.
La Lingua Italiana nella stagione 2023/2024 del Teatro Era emerge con forza e convinzione, in un percorso che passa da nuove drammaturgie e originali rivisitazioni, come Arlecchino? di Marco Baliani per Andrea Pennacchi il 3 e 4 febbraio 2024, Il tango delle capinere di Emma Dante con Sabino Civilleri, Manuela Lo Sicco il 10 e 11 marzo 2024; dalla traduzione di testi stranieri, come L’Ispettore generale di Leo Muscato da Gogol’ con Rocco Papaleo il 27 e 28 gennaio 2024; dalla ripresa di storiche indagini sociali come La Maria Brasca di Testori con Marina Rocco diretta da Andrée Ruth Shammah il 6 e 7 aprile 2024.
Incrociano innovativi linguaggi della scena, tra cinema e musica, Histoire du Soldat di Stravinskij diretto da Sergio Basile il 16 e 17 dicembre 2023 e Magnifica presenza di Ferzan Ozpetek il 27 e 28 marzo 2024.
Quindi, un cartellone di spettacoli che, tra tradizione e innovazione, incontra ulteriori opportunità di avvicinamento del pubblico, con una proposta immaginata per una comunità di spettatori eterogenea e diversificata, moltiplicando le possibilità di incroci tra sguardi e proposte di qualità, facendo del Teatro Era il luogo riconosciuto di identità e riferimento della Valdera per il fare teatro, anche da prospettive inedite.
Dal 23 ottobre 2023 riapre la biglietteria. Fino al 30 ottobre 2023 gli abbonati alla scorsa stagione possono confermare l’abbonamento a turno fisso per la nuova stagione. Dal 1° novembre sono possibili i nuovi acquisti dell’abbonamento (anche online). Dal 9 novembre 2023 sono in vendita i biglietti (anche online e nei punti vendita) dei singoli spettacoli e la TT Young Card.
L’avvio della stagione segna anche la riapertura nel foyer del Teatro del bar Gab banco&gusto, punto di incontro, di dialogo e di confronto tra gli spettatori prima e dopo gli spettacoli.
Teatro Era | Calendario Stagione 2023 – 2024
16 – 17 novembre 2023
Fausto Russo Alesi in
L’ARTE DELLA COMMEDIA
di Eduardo De Filippo
adattamento e regia Fausto Russo Alesi
16 – 17 dicembre
Sergio Basile, Enrico Costantini, Nicole Perfigli in
IGOR STRAVINSKIJ – HISTOIRE DU SOLDAT
Storia da leggere, recitare e danzare in 2 parti (1918)
libretto di Charles-Ferdinand Ramuz
con Unconventional Orchestra di Amat
direttore Concetta Anastasi
regia Sergio Basile
21 – 22 dicembre
Elio Germano, Teho Teardo in
IL SOGNO DI UNA COSA
di Elio Germano, Teho Teardo
liberamente tratto da Pier Paolo Pasolini
9 gennaio – 10 gennaio 2024
Alessio Boni, Iaia Forte in
ILIADE “IL GIOCO DEGLI DEI”
di Francesco Niccolini
liberamente ispirato all’Iliade di Omero
drammaturgia di Roberto Aldorasi, Alessio Boni, Francesco Niccolini e Marcello Prayer
regia Roberto Aldorasi, Alessio Boni, Marcello Prayer
27 – 28 gennaio
Rocco Papaleo in
L’ISPETTORE GENERALE
di Nikolaj Gogol’
adattamento e regia Leo Muscato
3 – 4 febbraio
Andrea Pennacchi in
ARLECCHINO?
scritto e diretto da Marco Baliani
con Marco Artusi, Federica Girardello, Miguel Gobbo Diaz, Margherita Mannino, Valerio Mazzuccato, Anna Tringali
musiche eseguite dal vivo da Giorgio Gobbo, Riccardo Nicolin
17 – 18 febbraio
Neri Marcorè in
LA BUONA NOVELLA
di Fabrizio De Andrè
drammaturgia e regia Giorgio Gallione
10 – 11 marzo
Sabino Civilleri, Manuela Lo Sicco in
IL TANGO DELLE CAPINERE
regia Emma Dante
27 – 28 marzo
MAGNIFICA PRESENZA
uno spettacolo di Ferzan Ozpetek
6 – 7 aprile
Marina Rocco in
LA MARIA BRASCA
di Giovanni Testori
uno spettacolo di Andrée Ruth Shammah
Teatro Era | Spettacoli Stagione 2023 – 2024
16 – 17 novembre 2023
Fausto Russo Alesi in
L’ARTE DELLA COMMEDIA
di Eduardo De Filippo
adattamento e regia Fausto Russo Alesi
con (in ordine di locandina) David Meden, Sem Bonventre, Alex Cendron, Paolo Zuccari, Filippo Luna, Gennaro De Sia, Imma Villa, Demian Troiano Hackman, Davide Falbo
scene Marco Rossi
costumi Gianluca Sbicca
musiche Giovanni Vitaletti
luci Max Mugnai
consulenza per i movimenti di scena Alessio Maria Romano
assistente alla regia Davide Gasparro
assistente ai costumi Rossana Gea Cavallo
produzione Teatro di Napoli, Teatro della Toscana, Teatro di Roma, Elledieffe
si ringrazia per la collaborazione il Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
Fausto Russo Alesi adatta, dirige e interpreta, insieme a una potente compagnia di attori, L’arte della commedia, Manifesto del Teatro di Eduardo e traduzione in prosa delle sue battaglie per le sorti del Teatro parallele alle fatiche personali e senza aiuti delle Istituzioni, per l’apertura del Teatro San Ferdinando di Napoli.
Un testo magistrale, di ampio respiro e straordinariamente imperfetto come imperfetto è l’essere umano alla ricerca della sua identità, del suo bisogno di tutela, del suo diritto di esistere. Scritta nel 1964, la commedia affronta le problematiche e incandescenti questioni del vivere quotidiano e delle relazioni private e pubbliche tra gli esseri umani, mettendo una lente d’ingrandimento sul rapporto contradditorio tra lo Stato e il Teatro, sul ruolo dell’arte e degli artisti nella nostra società e sulla mortificazione e la censura della cultura. Attraverso un’ambigua, tragica e farsesca commedia in due atti e un prologo, rivendicando con forza la funzione del Teatro di insinuare il dubbio nello spettatore attraverso interrogativi irrisolti, Eduardo si fa risuonatore universale del nostro rapporto con il Potere.
16 – 17 dicembre
Sergio Basile, Enrico Costantini, Nicole Perfigli in
IGOR STRAVINSKIJ – HISTOIRE DU SOLDAT
Storia da leggere, recitare e danzare in 2 parti (1918)
libretto di Charles-Ferdinand Ramuz
coreografia Marco Batti
con Unconventional Orchestra di Amat: violino Alberto Bologni, contrabbasso Barbara Betti, clarinetto Tazio Borgognoni, cornetta Camilla Dragoni, trombone Cesare Monaco, percussioni Camilla Cantara, direttore Concetta Anastasi
produzione Amat Accademia Musica Arte Teatro Srl
L’anima, l’ombra, il violino. Un patto che mette in palio la vita stessa, nel suo senso spirituale oltreché esistenziale, per una storia sull’impossibilità dell’uomo di sfuggire al proprio destino.
Nell’anno finale della Grande Guerra, esule in Svizzera dopo la confisca di tutti i suoi beni a causa della rivoluzione russa, privo di ogni mezzo di sostentamento, Igor Stravinsky pensò all’allestimento di un balletto che potesse essere realizzato con poche risorse.
Ispirandosi alle fiabe russe Il soldato disertore e il diavolo e Un soldato libera la principessa di Afanas’ev, concepì la Storia del soldato con lo scrittore Charles-Ferdinand Ramuz, anch’egli profugo.
La scelta di questa nuova versione è isolare alcuni frammenti delle due favole russe e sovrapporle ai discorsi diretti e ai dialoghi, affidandole alla voce del Narratore.
L’opera racconta di un soldato che sta tornando a casa per una licenza; il diavolo lo lusinga e gli sottrae il violino in cambio di un libro che realizza, a suo dire, ogni desiderio. Il ragazzo, allora, si confonde e perde tempo, affetti, in sostanza, tutta la sua vita. La sua esistenza sarà sempre sotto il controllo del diavolo, che alla fine lo rapirà, al ritmo di una marcia trionfale.
Al centro c’è il dramma dello sradicamento: il soldato è metafora dell’uomo costretto a viaggiare da un luogo all’altro, come l’autore e il compositore stessi, lontano dalla propria patria a causa delle guerre.
21 – 22 dicembre
Elio Germano, Teho Teardo in
IL SOGNO DI UNA COSA
di Elio Germano, Teho Teardo
liberamente tratto da Pier Paolo Pasolini
produzione Pierfrancesco Pisani per Infinito Teatro, Argot Produzioni, Teatro della Toscana
La storia di ragazzi friulani alla soglia dei 20 anni che vivono la loro breve giovinezza e affrontano il mondo: la miseria delle origini, le lotte contadine, l’emigrazione, ma anche l’amicizia, l’amore, la solidarietà. Dopo Céline e Dante, Elio Germano e Teho Teardo portano in scena il Pier Paolo Pasolini de Il sogno di una cosa in una versione per parole e musica.
Ci parla con le voci delle persone che dall’Italia del secondo dopoguerra, stremate dalla povertà, sono scappate attraversando illegalmente il confine per andare in Jugoslavia, attratte dal comunismo e con la speranza di trovare un lavoro dignitoso e cibo per tutti. Si comincia con l’ebbrezza di una festa, si finisce con la tristezza di una morte: «la meglio gioventù» è già conclusa.
Concepito e scritto tra il 1948 e il 1949, quindi prima di Ragazzi di vita e di Una vita violenta, Il sogno di una cosa viene pubblicato solamente nel 1962, e rappresenta perciò, paradossalmente, il romanzo d’esordio e di epilogo della stagione narrativa di Pasolini.
9 – 10 gennaio 2024
Alessio Boni, Iaia Forte in
ILIADE “IL GIOCO DEGLI DEI”
di Francesco Niccolini
liberamente ispirato all’Iliade di Omero
drammaturgia di Roberto Aldorasi, Alessio Boni, Francesco Niccolini e Marcello Prayer
con (in o.a.) Haroun Fall, Jun Ichikawa, Francesco Meoni, Elena Nico, Marcello Prayer, Elena Vanni
scene Massimo Troncanetti
costumi Francesco Esposito
disegno luci Davide Scognamiglio
musiche Francesco Forni
creature e oggetti di scena Alberto Favretto, Marta Montevecchi, Raquel Silva
regia Roberto Aldorasi, Alessio Boni, Marcello Prayer
produzione Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo, Teatro della Toscana, Fondazione Teatro Donizetti di Bergamo, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
Dopo I Duellanti e Don Chisciotte, Alessio Boni è il protagonista di una nuova riscrittura di un classico della letteratura: l’Iliade di Omero. Iliade – Il gioco degli dei di Francesco Niccolini, con la drammaturgia di Roberto Aldorasi, Alessio Boni, Francesco Niccolini e Marcello Prayer – il Quadrivio all’origine sia dei Duellanti che di Don Chisciotte –, e la regia degli stessi Aldorasi, Boni, Prayer, invita a specchiarsi nei miti più antichi della poesia occidentale e nella guerra di tutte le guerre.
Sono causa di tutto, ma non hanno colpa di nulla: sono gli dèi immortali, e la loro commedia è la tragedia degli uomini, da sempre. Da un po’ di tempo, però, qualcosa è cambiato: sono diventati pallidi, immagini sbiadite dell’antico splendore, hanno perso i loro poteri e non sanno spiegarsi né come, né quando sia iniziato il loro tramonto. Non si incontrano da secoli, ma oggi un misterioso invito li riunisce tutti, dopo tanto tempo. Chi li ha invitati? Per quale motivo?
27 – 28 gennaio
Rocco Papaleo in
L’ISPETTORE GENERALE
di Nikolaj Gogo’l
adattamento e regia Leo Muscato
con (in o.a.) Elena Aimone, Giulio Baraldi, Letizia Bravi, Marco Brinzi, Michele Cipriani, Salvatore Cutrì, Marta Dalla Via, Gennaro Di Biase, Marco Gobetti, Daniele Marmi, Michele Schiano Di Cola, Marco Vergani
musiche originali Andrea Chenna
scene Andrea Belli
costumi Margherita Baldoni
luci Alessandro Verazzi
produzione Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile di Torino e TSV
Una commedia satirica estremamente divertente, che si prende gioco delle piccolezze morali di chi detiene un potere e si ritiene intoccabile. Rocco Papaleo è protagonista de L’ispettore generale di Nikolaj Gogo’l, l’opera più analizzata, criticata, incompresa, difesa, osteggiata, della letteratura russa di tutti i tempi.
Il testo, adattato e diretto da Leo Muscato, è l’espressione emblematica del teatro gogoliano e del suo tentativo di denunciare, attraverso il riso e la comicità, la burocrazia corrotta della Russia zarista. Siamo in un mondo in cui l’ingiustizia e il sopruso dominano l’esistenza. Ma non è l’uomo a essere malvagio; è la società che lo rende corrotto e corruttore, approfittatore, sfruttatore, imbroglione.
Il lavoro di Gogo’l è però più metaforico che naturalistico. La cittadina in cui è ambientata l’azione non rappresenta una concreta località russa, ma un piccolo mondo sociale integro e autosufficiente, un microcosmo autonomo perfettamente isolato nel quale l’autore fa confluire tutto il male osservato in Russia.
3 – 4 febbraio
Andrea Pennacchi in
ARLECCHINO?
scritto e diretto da Marco Baliani
con Marco Artusi, Federica Girardello, Miguel Gobbo Diaz, Margherita Mannino, Valerio Mazzuccato, Anna Tringali
musiche eseguite dal vivo da Giorgio Gobbo, Riccardo Nicolin
scene e costumi Carlo Sala
luci Luca Barbati
aiuto regista Maria Celeste Carobene
produzione Gli Ipocriti Melina Balsamo, Teatro Stabile del Veneto
Un’icona internazionale della tradizione della Commedia dell’arte trasportata e rinvigorita nella contemporaneità.
Marco Baliani scrive e dirige Arlecchino? per Andrea Pennacchi, attore, drammaturgo e regista teatrale, uno dei volti più noti e riconoscibili dei palinsesti della tv nazionale.
In scena Pennacchi, alla testa di un numeroso cast, interpreta un uomo di oggi, ingaggiato per fare Arlecchino. Proprio da quel dissidio tra la maschera e il mondo contemporaneo scaturiranno situazioni esilaranti, ma anche dissacranti visioni e imperdibili scontri. E Arlecchino attraverserà, con la sua goffaggine e la sua furbizia, quei territori dello spirito umano che in ogni epoca mostrano le loro eterne contraddizioni.
Uno spettacolo, impreziosito dalla musica dal vivo, sul potere terapeutico della risata, anche quando è un po’ cattiva, perché mordere fa sempre bene: riattiva la circolazione del sangue.
17 – 18 febbraio
Neri Marcorè in
LA BUONA NOVELLA
di Fabrizio De André
drammaturgia e regia Giorgio Gallione
arrangiamenti e direzione musicale Paolo Silvestri
con Rosanna Naddeo
voce e chitarra Giua
voce, chitarra e percussioni Barbara Casini
violino e voce Anais Drago
pianoforte e voce Francesco Negri
voce e fisarmonica Alessandra Abbondanza
scene Marcello Chiarenza
costumi Francesca Marsella luci Aldo Mantovani
produzione Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Carcano, Teatro della Toscana, Marche Teatro
Neri Marcorè torna a confrontarsi con Fabrizio De André in un nuovo spettacolo di teatro canzone che fa rivivere sul palcoscenico La buona novella, album pubblicato dall’autore nel 1969.
Dopo il successo di Quello che non ho, Marcorè e il drammaturgo e regista Giorgio Gallione rinnovano il loro sodalizio artistico nel nome del grande cantautore genovese, portando in scena il suo primo concept album. Di taglio esplicitamente teatrale, La buona novella è costruita quasi nella forma di un’opera da camera con partitura e testo composti per dar voce a molti personaggi.
Una sorta di Sacra Rappresentazione contemporanea che alterna e intreccia le canzoni di de André con i brani narrativi tratti dai Vangeli apocrifi a cui lo stesso autore si è ispirato. Prosa e musica sono montati in una struttura coerente al percorso tracciato nel disco. I brani parlati, come in un racconto arcaico, sottolineano la forza evocativa e il valore delle canzoni originali, svelandone la fonte mitica e letteraria.
10 – 11 marzo
Sabino Civilleri, Manuela Lo Sicco in
IL TANGO DELLE CAPINERE
regia Emma Dante
luci Cristian Zucaro
assistente alla regia Daniela Mangiacavallo
produzione Atto Unico
in coproduzione con Teatro Biondo Palermo / Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro di Roma / Carnezzeria / Théâtre des 13 vents, Centre dramatique national Montpellier / MA scène nationale – Pays de Montbéliard
In collaborazione con Sud Costa Occidentale
coordinamento e distribuzione Aldo Miguel Grompone, Roma
Una danza della vita di due innamorati: un mosaico dei ricordi che si compone e rende più sopportabile la solitudine di una donna giunta nell’ultima fase della vita. Emma Dante ritorna alla fortunata Trilogia degli occhiali portando in scena con Sabino Civilleri e Manuela Sicco (premio Ubu 2021 per la sua interpretazione in Misericordia) l’approfondimento dello studio Ballarini e facendone uno spettacolo a sé stante: Il tango delle capinere.
Una vecchina fruga dentro un baule. Estrae un flacone di pillole, un velo da sposa, un telecomando, tanti palloncini colorati. Da un altro baule arriva la musica di un carillon. Compare un uomo anziano. Indossa un vecchio abito da cerimonia liso dal tempo. L’uomo guarda la donna e sorride. Subito la raggiunge. L’abbraccia. La donna appoggia la testa sulla spalla di lui. Lui le fa una carezza. Lei lo tiene stretto per non perdere l’equilibrio. Lui la sostiene. Ballano. Lui estrae dalla tasca un orologio da taschino: al rintocco della mezzanotte lui fa scoppiare un petardo. Si baciano. Lui lancia in aria una manciata di coriandoli. La festa ha inizio. «Buon anno, amore mio!» Lui e lei adesso hanno sedici anni. In costume da bagno si promettono amore eterno. Sulle note di vecchie canzoni festeggiano l’arrivo dell’anno nuovo ballando a ritroso la loro storia d’amore.
27 – 28 marzo
MAGNIFICA PRESENZA
uno spettacolo di Ferzan Ozpetek
produzione Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo, Teatro della Toscana
Illusione e realtà, sogno e verità, amore e cinismo, cinema, teatro e incanto. Dopo il successo di Mine vaganti, Ferzan Ozpetek torna al palcoscenico con il nuovo adattamento di uno dei suoi successi cinematografici: Magnifica presenza.
Immaginativo e intimistico, pieno di spiritualità quasi onirica, Magnifica presenza si confronta in maniera chiara ed esplicita con il sovrannaturale, fra Questi Fantasmi di Eduardo De Filippo e Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello.
Si racconta la storia di Pietro, un ragazzo catanese con aspirazioni d’attore che si trasferisce a Roma. La sua esistenza nella nuova abitazione viene tuttavia turbata da strane presenze, che solo lui può vedere; si tratta di una bizzarra compagnia teatrale con cui poi instaura un rapporto d’amicizia. Compatito dalla cugina, che cerca di guarirlo da queste continue allucinazioni, Pietro tenta, invece, di andare a fondo della storia, cercando di capire le ragioni che trattengono nel presente questa sorta di fantasmi.
6 – 7 aprile
Marina Rocco in
LA MARIA BRASCA
di Giovanni Testori
con Mariella Valentini, Luca Sandri, Filippo Lai
scene Gianmaurizio Fercioni
costumi Daniela Verdenelli
luci Oscar Frosio
musiche Fiorenzo Carpi
riallestimento a cura di Albertino Accalai per la scena e Simona Dondoni per i costumi
produzione Teatro Franco Parenti, Teatro della Toscana uno spettacolo di Andrée Ruth Shammah
Andrée Ruth Shammah torna a Giovanni Testori e rimette in scena La Maria Brasca con Marina Rocco. Una storia al femminile disegnata negli anni ‘60 con efficace realismo sociale che è anche un ritratto indelebile e senza tempo di una donna capace di lottare e di non cedere mai davanti a “sta bestiata che è il mondo”.
Viva e moderna nella lettura di Shammah, la Maria Brasca è un personaggio femminile indimenticabile, una donna vincente che grida al mondo la potenza della passione e l’amore per la vita vissuta fuori da ogni convenzione: uno stimolo a inseguire i propri sogni e vivere con grande fiducia nel futuro.
Fa la calzettaia la Maria Brasca in una fabbrica di Niguarda e fa l’amore, con qualche scandalo per la gente, come gli uomini; senza problemi. Ma un giorno le capita di innamorarsi di un ragazzotto più giovane di lei, nullafacente, un po’ mascalzone che la fa impazzire di passione. Alla Maria Brasca non importa se Romeo la tradisce. Lei sa che quello per Romeo è un amore definitivo e lo difende come una tigre perché vuole da lui cose definitive.