“Rosa” e “Lilium” omaggio a Santa Rosalia.
Cattedrale di Palermo
Sabato 06.07.2024 ore 19.00.
In occasione dei 400 anni dal ritrovamento delle spoglie di Santa Rosalia, la testata giornalistica Alétheia omaggia la “Santuzza” con la Dictio Dantis del XXXIII canto del Paradiso declamata dall’artista Gabriella Pellitteri.
Ma chi era Santa Rosalia?
Santa Rosalia fu prima di tutto un personaggio storico, una giovane donna vissuta nel XII secolo, nella Sicilia dominata dagli Altavilla, figlia del conte Sinibaldo Sinibaldi, signore della Quisquina, discendente di Carlo Magno e Maria Guiscardi, legata alla corte normanna di Ruggero II.La sua breve vita è avvolta da un alone di mistero. Secondo la leggenda prima della nascita di Rosalia a Ruggero II d’Altavilla e alla prima moglie Elvira è apparsa una figura misteriosa che ha annunciato loro la nascita di una bambina molto bella, “una rosa senza spine”. La bimba fu chiamata Rosalia dall’unione dei termini latini rosa e lilium, “rosa” e “giglio”.
Promessa sposa a Baldovino, uno dei cavalieri più fedeli di Ruggero, alla vigilia delle nozze, Rosalia vide il volto
di Gesù contemplandosi allo specchio. Immediatamente si tagliò le trecce e dopo aver comunicato alla famiglia, alla corte e al promesso sposo la propria decisione, abbandonò il palazzo e si recò presso il monastero del SS. Salvatore a Palermo, dove viveva una comunità di monaci che si ispiravano alla regola di San Basilio.
Nel 1624 Palermo fu investita da una spaventosa epidemia di peste nera. Giannettino Doria, vescovo di Palermo, nonostante tentasse di soccorrere e confortare il popolo, era impotente di fronte alla peste. Finché un bel giorno Santa Rosalia non apparve presso la grotta sul Monte Pellegrino rivelando dove si trovavano i suoi resti mortali. Il Vescovo Giannettino Doria venne avvertito e le spoglie della Santa furono recuperate sotto una grande lastra di marmo, incastonate nella calcarenite, ed emanavano un intenso profumo di fiori.
Nel febbraio del 1625, mentre a Palermo la peste imperversava, Santa Rosalia apparve di nuovo a un fedele sul Monte Pellegrino dicendogli che la peste avrebbe avuto fine se le sue spoglie fossero state portate in solenne processione per Palermo, intonando il “Te Deum Laudamus”.
Il 9 giugno 1625 le reliquie della Santa furono condotte sulle note del “Te Deum Laudamus” in processione per tutta la città. Da quel momento l’epidemia si arrestò. Santa Rosalia da allora è considerata una delle Sante da invocare in caso di epidemie, pestilenze,pandemie,guerre,
malattie e per tutti i casi di femminicidio.