Sottratti tre miliardi alla Sicilia per la maggior parte a favore del
ricco Nord
Russo: “Senza infrastrutture non possono esserci né produzione né
export”
Palermo, 26 maggio 2025 – “Alla Sicilia, nell’incredibile silenzio
pressocché generale, circa 3 miliardi di euro vengono sottratti e
dirottati al Nord proprio nel momento in cui le viene chiesto di
assumere un ruolo strategico nell’ambito del ‘Piano Mattei’ e
nell’apertura di nuovi mercati in Africa e Medio Oriente come risposta
all’emergenza dazi Usa”.
Lo dichiara Salvo Russo, presidente di Ance Sicilia, riferendosi al
“taglio del 70% dei fondi di Province e Comuni per manutenzione strade,
rigenerazione urbana e messa in sicurezza di edifici e territorio (circa
800 milioni), fondi che andranno a favore di opere in Liguria e Veneto e
senza indicare se e quando saranno rifinanziati; all’esclusione dal
‘Pnrr’ di due lotti della ferrovia Palermo-Catania, cioè il lotto
Dittaino-Catenanuova (588 milioni) e 13 dei 15 km del lotto
Dittaino-Enna (buona parte dei 594 milioni stanziati) nonché del
by-pass di Augusta (116 milioni), senza specificare quando e con quali
risorse saranno rifinanziati; e alla quota della Sicilia, almeno un
miliardo, dei 15 miliardi di risorse non impegnate del ‘Pnrr’ che si
vogliono destinare al sostegno dell’export delle aziende. Tutto ciò,
unito all’invito della Commissione Ue a rimodulare anche parte dei fondi
di Coesione per infrastrutture a favore di tecnologie innovative,
colonnine di ricarica, bonus acquisto auto elettriche e settore Difesa,
suona il ‘de profundis’ alla Sicilia”.
Russo, infatti, ricorda che “prima di pensare a nuove produzioni e più
export, la prima emergenza da risolvere è fare uscire la Sicilia dal suo
isolamento, colmando il divario infrastrutturale e dotandola di
collegamenti efficienti, logistica e rotte commerciali. Molte zone sono
isolate o difficilmente raggiungibili e molte strade sono disastrate e
frequentemente interrotte perché i 14mila km di viabilità interna sono
privi di manutenzione dal 2014, da quando sono state abolite e
commissariate le Province, con l’unica parentesi degli interventi
programmati e in parte realizzati dalla Regione in funzione sostitutiva
negli ultimi anni e, proprio ora che il governo regionale è riuscito a
ricostituirne le governance, lo Stato toglie alle Province i fondi per
le strade! Poi – prosegue Russo – per sostenere l’export della Sicilia è
stata individuata come base strategica il porto di Augusta, e proprio
ora viene definanziato il suo collegamento alla rete ferroviaria! E non
ci potrà mai essere export competitivo fino a quando per spedire in
Africa, cioè dietro l’angolo, le nostre imprese dovranno fare capo ai
porti di Genova e Trieste”.
Il presidente di Ance Sicilia, inoltre, evidenzia che “non c’è più
traccia del completamento del raddoppio ferroviario Palermo-Messina” e
che “senza ferrovie completate e Ponte non potrà mai esserci trasporto
ferroviario merci in Sicilia, perché per tratte inferiori ai 300 km non
è economicamente sostenibile. Analogamente, sulla scia delle iniziative
adottate dal governatore Schifani, bisogna investire ancora più
massicciamente sulle infrastrutture idriche perché l’acqua è
fondamentale, oltre che per i fabbisogni primari della popolazione,
anche per le attività produttive così come per la realizzazione delle
opere. Abbiamo visto come l’Alta velocità in alcuni cantieri abbia
subito rallentamenti a causa della mancanza d’acqua. E uscire
dall’emergenza depurazione, per la quale siamo in procedura di
infrazione Ue, aiuta anche a recuperare risorsa idrica. Senza tutte
queste precondizioni non ci potrà mai essere produzione tecnologica né
export che tengano; quindi, con questa manovra si rischia di togliere
risorse alle infrastrutture strategiche della Sicilia per sprecarle in
investimenti che non potranno avere futuro”.
“Avevamo salutato con estremo favore – commenta amaramente Salvo Russo –
gli ingenti stanziamenti, quasi in contemporanea, a favore dello
sviluppo della Sicilia, fra cui il ‘Pnrr’, la nuova Politica di coesione
e il Ponte sullo Stretto, perché davano una risposta coerente alla
necessità di colmare il divario infrastrutturale dell’Isola e di
collegarla ai corridoi transeuropei attraverso il completamento della
rete autostradale e ferroviaria, la connessione dei porti alla rete di
trasporto e la sistemazione della viabilità interna. Avevamo sperato in
una decisa volontà dello Stato di fare sì che finalmente, dopo 25 anni,
la Sicilia non fosse più l’ultima delle 240 Regioni europee assieme alla
Guyana francese, terra d’oltremare in Sudamerica. Invece, con la stessa
solerzia con la quale sono stati assegnati, d’un colpo e nel silenzio
generale la sottrazione alla Sicilia di circa 3 miliardi suona come
l’ennesima beffa, per la maggior parte in favore, ancora una volta, del
già ricco Nord. Sembra di vivere un incubo, speriamo di svegliarci e di
scoprire che è stato solo un brutto sogno. Per questo Ance Sicilia –
conclude Salvo Russo – auspica che da parte di tutte le forze politiche
ci sia una decisa e unitaria presa di posizione per fare sì che, con
estrema chiarezza e senza tentennamenti, si dica esattamente cosa si
vuole fare per dare un futuro alla Sicilia, con quale strategia
complessiva a lungo termine e con quali soldi”.