L’Ucraina “si rifiuta praticamente di porre fine al conflitto con mezzi pacifici”. All’indomani della decisione dell’Ue sul finanziamento a Kiev, e mentre i colloqui con gli Usa restano in stallo, il presidente russo Vladimir Putin lancia l’accusa rispondendo alle domande dei giornalisti nella conferenza di fine anno a Mosca. Il leader del Cremlino ha tuttavia aggiunto che ci sono “alcuni segnali… che indicano la loro disponibilità a intraprendere un qualche tipo di dialogo”.
“Vogliamo pace, ora palla a Kiev e sponsor europei”
Putin ha quindi ribadito che Mosca è disposta a “porre fine a questo conflitto con mezzi pacifici” ma solo “sulla base dei principi che ho delineato lo scorso anno”, che prevedono “l’affrontare le cause profonde che hanno portato a questo conflitto”.
“La palla è, completamente, nel campo” del “capo del regime di Kiev” e “dei loro sponsor europei”, ha poi aggiunto, sostenendo che la Russia abbia accettato “compromessi” che le sono stati chiesti durante i colloqui di agosto ad Anchorage con Trump e ha spiegando che “affermare che respingiamo qualsiasi cosa” è “inappropriato e inadeguato”.
L’America? Non sarà più “l’idiota con il libretto degli assegni” mentre è ormai tempo per l’Europa di “farsi avanti” e fare di più. A una manciata di giorni dalla diffusione della ‘Strategia per la sicurezza nazionale’ elaborata dal presidente americano, che ha tradotto la dottrina ‘America First’ in politica estera, a ribadire la sempre più evidente distanza tra il Vecchio Continente e gli Stati Uniti è stato il figlio maggiore del tycoon, Donald Trump jr, che dal Forum di Doha non solo ha rilanciato il monito, ma anche una nuova – metaforica – bomba sull’Ucraina. E cioè affermando che il padre potrebbe decidere di abbandonare il processo di pace in Ucraina perché, semplicemente, non è più “la priorità” nell’agenda americana.
Una posizione che fa sorridere la Russia e che ha scatenato il plauso del Cremlino, pronto a definire “in linea” con la propria visione la nuova posizione del presidente Usa, sempre più critico nei confronti dell’Europa e – almeno in apparenza – sempre più vicino alla linea di Putin, almeno nei rapporti con l’Occidente.
