“C’è un gioco che viene fatto sulla pelle delle categorie economiche che sono costrette a stare chiuse.
Lo fa la destra e consiste nel chiedere, a prescindere, il giorno più vicino per le riaperture.
Per ora vince Salvini che ha detto il 19, mentre Tajani resta al palo col suo 20 di Aprile e così Meloni con la sua vaga richiesta di fare quanto prima.
Che dite?
Noi diciamo il prossimo 18 e così li freghiamo tutti?
Dopo un anno di pandemia, questi signori fingono di non avere capito che le aperture dipendono dall’andamento dei contagi e che la prudenza è sempre d’obbligo.
Altrimenti succede come in Sardegna che dal bianco si è saltati al rosso e quindi ancora a bloccare tutto ancora una volta.
Vale anche la pena di ricordare quella sorta di “tana libera tutti” che caratterizzò la scorsa estate e che tanto caro abbiamo poi pagato.
La ripresa economica e le riaperture sono una variabile dipendente dall’andamento del Covid 19 e quindi dal numero dei contagi e delle morti che si registrano ogni giorno.
C’è solo una strategia: prudenza e vaccini.
A meno che non si voglia fare come Bolsonaro, l’amico di Salvini, in Brasile che ha il record di 4000 morti al giorno”.