Sono 539 (subsahariani, egiziani e marocchini) i migranti sbarcati a Lampedusa dove sono stati arrivati con motovedette dopo che sono stati trasbordati da un barcone che rischiava di affondare. Tra loro anche tre donne e un bambino.
La Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta. Il barcone aveva a bordo persone di varia nazionalità e “molti di loro mostrano segni di violenza e percosse subite durante la permanenza nel paese nordafricano”, spiega Alida Serrachieri, responsabile medico di Msf nell’isola. Il teamha dato assistenza ai migranti sbarcati al molo Favaloro.
Altri 31 migranti, che viaggiavano su due diversi barchini,- sono sbarcati a Lampedusa.
Ventisette tunisini, fra cui 5 donne e altrettanti minori, compreso un neonato, sono stati intercettati e soccorsi a 8 miglia e mezzo dalla costa di Lampedusa da una motovedetta della Guardia di finanza. Il natante di 7 metri, partito ieri sera da Kerkennah, è stato sequestrato.
Sono 375 i migranti, sottoposti al tampone rapido a Lampedusa per la diagnosi del Covid e identificati, che con nave “Diciotti” della Guardia costiera sono trasferiti a Pozzallo (Ragusa). Il gruppo lascerà l’hotspot di contrada Imbriacola dove, al momento, sono presenti 1.265 ospiti.
Altri tre sbarchi, con un totale di 41 tunisini, si sono registrati a Lampedusa dove gli approdi, dall’alba, sono saliti a sette. Ad agganciare, a circa 4 miglia dalla costa, le tre imbarcazioni – con a bordo 15, 11 e 15 migranti – sono state le motovedette della Guardia di finanza. Nel primo gruppo, anche una donna. I natanti, tutti di circa 6 metri, sono partiti da Sidi Mansu, Tebulba.
“A Lampedusa arrivano circa 500 migranti, uno dei più grossi sbarchi degli ultimi tempi. Ancora una volta l’isola si prepara ad affrontare da sola il peso dell’accoglienza umanitaria. Sono il primo a dire che bisogna sostenere, a tutti i livelli, l’impegno della comunità internazionale di fronte al dramma che si sta vivendo in Afghanistan, ma è giusto ricordare che ci sono altri territori e paesi nei quali vengono quotidianamente negati i diritti umani e diritti fondamentali come quello alla salute, all’istruzione, al cibo”. Lo dice il sindaco di Lampedusa e Linosa Totò Martello. “È necessario – aggiunge – accendere i riflettori sugli ‘altri Afghanistan’ e garantire anche a quelle popolazioni corridoi umanitari, gestiti dalle istituzioni internazionali