Domani si torna in classe in 5 regioni, lezioni ancora a rischio per lo sciopero Anief
Domani prende il via la scuola in Campania, Liguria, Marche, Molise e Toscana e dopodomani in Friuli Venezia Giulia e Sicilia. Si tratta del ritorno alle lezioni di oltre due milioni di alunni. Anche per loro l’inizio delle lezioni non è assicurato. Il personale scolastico potrebbe infatti aderire allo sciopero Anief, che nelle altre regioni ha creato diversi problemi, con alcuni istituti scolastici che nemmeno hanno aperto proprio a causa dell’alto numero di docenti e Ata che hanno deciso di incrociare le braccia nel primo giorno di scuola. Anief, quindi, conferma la protesta nazionale, a seguito della linea dura intrapresa dal Governo verso il personale privo di Green Pass e la decisione di continuare ad eludere, in piena pandemia, i problemi veri che imperversano nelle nostre scuole e non permettono lo svolgimento di una didattica sicura ed efficace: nessun distanziamento garantito, anche per la decisione di far cadere il metro minimo imposto l’anno scorso, nessun dimezzamento di alunni per classe, come si continua a rimandare l’incremento delle aule, dei plessi scolastici, del personale, che perde anzi oltre 30mila unità rispetto a quello Covid del 2020/21.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Siamo sempre più convinti che occorreva organizzare classi con massimo 15 alunni per classe e ripristinare risorse umane e sedi scolastiche spazzate via dal dimensionamento approvato nel 2008, che ha portato via 4mila istituti, 200mila insegnanti e 50mila tra amministrativi, assistenti tecnici e collaboratori scolastici. Obbligare ora ad esibire il Green Pass è un palliativo che presto presenterà il suo conto, anzi già lo sta presentando perché la dad è già tornata in alcuni istituti dell’Alto Adige. Ecco perché abbiamo dato la possibilità di aderire al ricorso contro l’obbligo del Green Pass imposto al personale scolastico, prevedendo pure un nuovo ricorso rivolto solo al personale universitario. Per non parlare dell’obbligo, con multa, esteso ai genitori, anche quelli che entrano a scuola per un minuto. Sulla possibilità di utilizzare i tamponi salivari per monitorare alunni e personale, caldeggiata dall’Anief, invece ci sembra che ci sia l’assenso ma siamo in una situazione di stallo. Sui tamponi gratuiti per i lavortori non vaccinati, poi, si è allestito un mezzo teatrino, con negazione finale ai non fragili. Scioperiamo infine per i precari che hanno lavorato 24-36 mesi e che l’UE e la Corte di Giustizia europea dicono di stabilizzare, oltre che per degli stipendi che senza 300 euro di aumento rimangono clamorosamente bassi”.
LA LOCANDINA DELLO SCIOPERO
LE ISTRUZIONI OPERATIVE DELLO SCIOPERO
LE MODALITÀ DELLO SCIOPERO
Si torna a scuola e subito le lezioni sono a rischio. Le modalità sono state indicati dal ministero dell’Istruzione, che ha inviato una lettera agli Uffici scolastici regionali con la quale ha comunicato la possibile astensione dal servizio “nella data di inizio delle lezioni dell’a.s.2021/2022 come determinato dai singoli calendari regionali”. Il Dicastero dell’Istruzione comunica “lo sciopero nazionale del personale docente, educativo e Ata, a tempo indeterminato e a tempo determinato, delle istituzioni scolastiche ed educative, per l’intera giornata nella data di inizio delle lezioni dell’a. s. 2021/2022 come determinato dai singoli calendari regionali”.
Il Gabinetto del ministero dell’Istruzione ha spiegato dovranno essere “assicurate le prestazioni relative alla garanzia dei servizi pubblici essenziali” e si dovrà anche adottare “la procedura relativa alla comunicazione degli scioperi alle istituzioni scolastiche e, per loro mezzo, ai lavoratori. Le istituzioni scolastiche avranno cura di adottare tutte le soluzioni a loro disponibili (es: pubblicazione su sito web della scuola, avvisi leggibili nei locali della scuola, ecc.), oltre che “rendere pubblico tempestivamente il numero dei lavoratori che hanno partecipato allo sciopero, la durata dello stesso e la misura delle trattenute effettuate per la relativa partecipazione”.
I MOTIVI DELLA PROTESTA
Tra i motivi che hanno indotto Anief a proclamare lo stop delle lezioni e delle attività a scuola, figura il contestatissimo obbligo di green pass per accedere negli istituti: un obbligo che prevede inaccettabili sanzioni per il personale che non si adegua e che vede ancora braccio di ferro sui tamponi gratuiti, senza limitazioni secondo il protocollo, ma riservati ai soli lavoratori fragili secondo una successiva nota ministeriale. E ancora si attende risposta sulla richiesta, inviata da ANIEF negli scorsi giorni, sulla possibilità di utilizzare i tamponi salivari per testare tutto il personale scolastico e gli studenti.
Il giovane sindacato lamenta poi l’assenza di provvedimenti tesi ad una significativa riduzione del numero di studenti per classe, rimasta lettera morta nonostante le parole del ministro Bianchi negli scorsi mesi e necessaria non solo per il contrasto alla pandemia ma anche per garantire una didattica di qualità. Non basta intervenire sulle classi over 27 alunni come ha annunciato il ministro Bianchi ma formare classi con non più di 14 alunni per ogni 35 metri quadri. Non c’è traccia della stabilizzazione di tutto il personale precario del sistema nazionale di istruzione attraverso il ripristino del doppio canale, anche con il coinvolgimento di tutte le fasce delle GPS, e unico modo per evitare che decine di migliaia di posti vacanti e disponibili rimangano senza titolare e vadano ancora una volta datoli a supplenza come è avvenuto ancora quest’anno rispetto a più di 110 mila assunzioni autorizzate, come ci chiede l’Europa.
Come inspiegabile è la trasformazione dell’organico “Covid” in organico di diritto, o quanto meno in organico di fatto (ad oggi la normativa copre solo fino al 31 dicembre le esigenze di dotazione organica aggiuntiva delle scuole e per 40 mila unità rispetto alle 70 mila prima autorizzate) né sul versante del recupero delle sedi e dei plessi dismessi a causa del dimensionamento scolastico, misure entrambe indispensabili per garantire il distanziamento. Basti pensare che ogni alunno avrebbe diritto senza scomodare la pandemia a quasi due metri quadri di spazio per rispettare le regole sulla sicurezza, altro che classi pollaio. Per non parlare del decreto legge 111, secondo il quale ci si può levare la mascherina in classe se siamo tutti vaccinati: eppure, tutti sanno che il contagio si diffonde anche tra i vaccinati.
Anief torna quindi a denunciare l’assenza di qualsiasi apertura che eviti il licenziamento dei diplomati magistrale assunti con riserva e che riassegni chi è già stato licenziato (magari per poi essere riassunto dalle graduatorie del concorso straordinario) alla scuola in cui si era stati immessi in ruolo in precedenza per garantire la continuità didattica, come anche il permanere di un vincolo triennale assoluto alla mobilità del personale docente neo assunto, al quale viene impedito non solo di chiedere il trasferimento ma anche di poter fare domanda di assegnazione provvisoria. Proprio il tema della mobilità, dei docenti ingabbiati è uno dei tanti punti di una piattaforma che pretende dal Governo risposte chiare e la riapertura di un dialogo vero.