Ci sono molte imprese che investono in sicurezza, ma altrettante che fanno cinici calcoli
tra costi, benefici e rischi, come se la sicurezza e la vita delle persone potesse essere un
mero calcolo di bilancio.
Firenze 29.09.2021.- Salute e sicurezza, diritti, qualità del lavoro e buona occupazione devono diventare una
priorità nazionale e vi é la necessità di mobilitarci.
Questa strage delle morti, infortuni e invalidità permanenti deve finire.
Siamo di fronte ad un bollettino di una “guerra” drammatica dove vi sono precise
responsabilità. I datori di lavoro sono tenuti ad adottare tutte le misure necessarie a
tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei lavoratori. La sicurezza del lavoratore é
un bene di rilevanza costituzionale che impone al datore di lavoro di anteporre al profitto.
Ci sono molte imprese che investono in sicurezza, ma altrettante che fanno cinici calcoli
tra costi, benefici e rischi, come se la sicurezza e la vita delle persone potesse essere un
mero calcolo di bilancio.
Le principali cause degli incidenti sul lavoro sono spesso dovute alla precarietà e alla
mancanza di garanzie, ma anche ad organizzazioni del lavoro distorte, fatte spesso di
troppi appalti e sub appalti, anche in settori del lusso.
In questi contesti manca il coordinamento delle ditte in appalto, le lavorazioni nocive non
vengono fatte in orari differenziati, la formazione é solo sulla carta, l’informazione, la
conoscenza dei rischi e l’addestramento spesso sono meri atti burocratici ed i lavoratori
non ne hanno nessuna conoscenza.
Sindacalmente siamo impegnati ogni giorno a sostegno dell’azione costante delle RSU e
dei rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza in ogni luogo di lavoro, ma non basta,
vanno aumentati anche i poteri ispettivi e le sanzioni. Le attività delle imprese che non
rispettano le norme devono essere sospese.
Le responsabilità dei datori di lavoro sulla sicurezza sono evidenti e non possono essere
solo ricondotte all’ultima catena di un subappalto, ma va ricostruita anche la catena delle
responsabilità e ricondotta a chi ha gli effettivi poteri decisionali, sia dell’organizzazione del
lavoro, sia del vero potere di spesa.
C’è bisogno che ai lavoratori siano riconosciuti i diritti fondamentali, non si può essere
licenziati senza giusta causa, bisogna far uscire i lavoratori dai ricatti, serve una nuova
legislazione sul lavoro. Tutto ciò si lega anche alla fondamentale tutela di quella dignità
umana che é il fondamento ontologico di ogni valore umano, in una concezione del lavoro
che abbiamo il dovere di ricondurre a se stesso, liberandolo da ogni alienazione e
sfruttamento.
Massimo Braccini, segretario generale Fiom Toscana
Ufficio Stampa Cgil Toscana e Firenze