Brusaferro: “E’ un insieme di sintomatologie che colpisce una parte significativa della popolazione che ha contratto l’infezione”
Long covid prima malattia emersa dalla pandemia di covid-19. Ad affermarlo è il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, intervenendo a ‘Meridiano sanità 2021′. “La prima patologia che è emersa è quella che viene chiamata Long Covid, che sono gli esiti di chi ha contratto l’infezione”. Una patologia “non ancora completamente definita”, i cui esiti “cominciamo a censire in una parte significativa della popolazione che ha contratto l’infezione, e che stiamo inquadrando come sindrome anche se – ha chiarito – è un insieme di sintomatologie che stiamo studiando”.
Si tratta di “un qualcosa che dobbiamo scoprire e che dobbiamo imparare a conoscere. In questo senso – ha proseguito il presidente Iss – ci si sta muovendo. Anche il ministero ha messo in atto dei progetti specifici per andare poi a cogliere, inventariare e conoscere intanto la quantità di persone che ha questo tipo di patologia, ma anche sostanzialmente caratterizzarla al meglio”.
“Questa pandemia ci ha mostrato, al netto del numero delle persone decedute o che hanno contratto l’infezione in maniera più complessa e impegnativa dal punto di vista assistenziale, il profilo delle persone che sono rimaste più colpite o vengono più colpite tutt’oggi” dal Covid-19 che “sono portatori di più patologie e sono anziani”, ha detto ancora Brusaferro. “E questo – ha sottolineato – ci porta a una riflessione sul tema polipatologia, fragilità e sul modo in cui la possiamo affrontare. Credo che un primo elemento sull’impatto della salute anche in prospettiva vada indirizzato in questo senso. Ovvero sia – ha chiarito il presidente dell’Iss – il gap tra l’attesa di vita alla nascita e l’attesa di vita priva di disabilità che è significativo in Italia, è il grande margine di miglioramento che oggi abbiamo anche in prospettiva. Analizzare per esempio i dati sul consumo di farmaci – ha sottolineato – ci permette anche di capire come sono cambiati e come alcuni tipi di farmaci siano stati utilizzati un po’ di meno. In alcuni casi” questo è stato “segno della difficoltà a mantenere un profilo terapeutico, in altri casi, e penso a farmaci meno essenziali”, perché si è andati “verso una maggiore appropriatezza nell’utilizzo degli stessi”.
“Occorre fiducia nella scienza, nel metodo scientifico. Occorre fiducia nelle istituzioni, capacità di discernimento tra le molte informazioni che oggi ci vengono fornite sapendo quali hanno una base scientifica, quali hanno una fonte attendibile rispetto alla quale si possono ricostruire e tracciare tutte le fonti”, ha detto ancora Brusaferro.
“Credo che questa sia una sfida importante per affrontare oggi la pandemia – ha sottolineato – ma anche tutte le altre patologie che continueremo e dovremo sempre più affrontare”. Il presidente dell’Iss ha evidenziato l'”importanza della salute pubblica e della prevenzione. Noi – ha rimarcato – costruiamo la salute costruendo i nostri sistemi sociali, anche con il supporto della farmacologia, della terapia, dell’interventistica, ma la prima salute la costruiamo nella modalità in cui costruiamo le nostre vite”. “Altro elemento importante, e questa pandemia lo sta dimostrando – ha aggiunto – è essere consapevoli del proprio ruolo nel determinare la propria salute, ruolo che è determinato dalle nostre scelte, dai nostri comportamenti che a loro volta influenzano la comunità in cui viviamo. Ed è un’influenza reciproca: questa pandemia ce lo sta insegnando ogni giorno”.