SCUOLA – Rientro in presenza, Pacifico (Anief): non ci sono le condizioni, spazio alla Dad per tutto gennaio, nel frattempo test e FFP2 a studenti e personale, ritorno in servizio dei prof sospesi
Anziché pretendere dalle scuole quello che non possono realizzare, con quarantene diversificate in base ai cicli scolastici, l’amministrazione scolastica dovrebbe introdurre la didattica a distanza per tutti almeno fino alla fine di gennaio, lo screening obbligatorio di alunni e personale, la riammissione in servizio dei docenti sospesi: a dirlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, in un’intervista a Orizzone Scuola, durante la quale commenta la Nota interministeriale – emessa dai Dicasteri dell’Istruzione e della Salute – con cui si dovrebbe gestire il ritorno a scuola con 200mila casi Covid19 al giorno. “La Nota – dice Pacifico – non tiene conto del fatto che le scuole non sono in grado in questo momento di fornire i dati richiesti dall’amministrazione in merito al numero di alunni e personale contagiato, né sono state messe in condizioni di poter avere gli esiti e lo screening di studenti e personale”.
Il sindacalista autonomo reputa anche grave che alle scuole non siano state fornite gratuitamente mascherine FFP2 per tutti, alunni, docenti e tutto il personale: “Dovrebbero essere obbligatorie”, fa notare il presidente Anief. Sembra risolto il nodo sulla privacy dello stato vaccinale degli studenti: “Ora – dice Pacifico – i dirigenti potranno sapere quali sono gli alunni vaccinati, ma questo conta poco rispetto al vero problema e cioè l’attuale curva dei contagi. È evidente che i dati di oggi non ci permettono di poter aprire le scuole, tuttavia il ministro continua a farlo. La Sicilia rinvia di tre giorni la riapertura delle scuole. Ma il problema non sono 3 giorni, c’è la necessità almeno fino a fine mese di proseguire con la Dad andando ad attivare quei meccanismi di screening per 10 milioni di persone tra studenti e personale”.
Ma il presidente Anief ricorda che “un’operazione del genere non può essere condotta in due giorni e non può essere volontaria. Nessuno ha messo le risorse per sdoppiare le classi e, anzi, l’organico Covid è stato quasi dimezzato rispetto allo scorso anno”. Per questo scopo “sarebbe il momento giusto per utilizzare i 10 miliardi di euro dei 20 previsti dal Pnrr, per rivedere totalmente sia il rapporto alunni per classe e docenti, sia il dimensionamento scolastico. Bisogna usare la seconda parte di questo anno scolastico per programmare la partenza del prossimo, senza i soliti problemi”.
Secondo Pacifico, quindi, adesso per il rientro a scuola “non ci sono le condizioni. Noi ad agosto non abbiamo firmato il protocollo di sicurezza e oggi la storia ci dà ragione. Avevamo chiesto atti concreti sul rapporto alunni-insegnanti e personale amministrativo. Gli impegni sono stati disattesi. Oggi possiamo soltanto diffidare il ministero e il governo: si dovranno assumere le responsabilità del contagio. Noi tuteliamo la salute dei lavoratori”.
Il leader dell’Anief continua a dire, inoltre, che l’adozione del Green pass obbligatorio è inutile, “come avevamo denunciato ad agosto. Anche l’obbligo vaccinale si è dimostrato inutile. E con la constatazione amara delle sospensioni del personale con la scuola che andrà in Dad. Il personale potrebbe garantire la continuità didattica dal proprio domicilio senza sottoporsi alla vaccinazione”.
Pertanto, continua Pacifico, è inevitabile introdurre da domani la “Dad per tutto il tempo necessario per effettuare lo screening di massa su 8 milioni di studenti e 1,5 milioni circa di personale. In alcune regioni lo hanno proposto, come l’Abruzzo, ma comunque secondo la propria volontarietà. Gli esiti alle scuole devono essere dati prima di aprire, e lo screening deve essere a tappeto. Senza i dati non si ha il polso della situazione, e la scuola va allo sbaraglio. Prova ne è la nota del ministero del 7 gennaio in cui si chiedono i dati del personale sospeso e quelli dei contagi degli studenti prima delle vacanze. Questo significa che il ministero non ha la minima idea di quello che succede. Tra l’altro sono proprio i bambini a contagiarsi di più, come ci dice il ministero della Salute”. Anief è pronta a citare in giudizio chi decide di riaprire le scuole per tutte le cause di risarcimento su malattia nei luoghi di lavoro.
Il sindacalista, infine, chiede lo screening obbligatorio al posto del vaccino: occorre “fermarsi con le sospensioni del personale, anche perché servirà allo Stato in Dad e devono essere riammessi in servizio coloro che erano stati sospesi. Utilizziamo il periodo di Dad per fare uno screening su tutta la popolazione studentesca e il personale, e capire se a febbraio possiamo riaprire al 50% o si dovrà restare in didattica a distanza”, conclude il leader dell’Anief.
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