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12 – 18 febbraio | Teatro della Pergola
(sabato ore 20.45; domenica ore 15.45; lunedì, riposo; martedì, mercoledì, venerdì, ore 20.45; giovedì ore 18.45)
Teatro Franco Parenti
Filippo Timi
L’UOMO INVISIBILE
Mrs. Fairytale. Non si torna indietro dalla felicità
di e con Filippo Timi
voce Emiliano Coltorti
corpo Federico Rubino
costumi Fabio Zambernardi
scene costruite presso il laboratorio del Teatro Franco Parenti
foto Noemi Ardesi
Filippo Timi torna a indossare i panni (e i tacchi) della casalinga anni ‘50 di Favola con il suo nuovo spettacolo L’uomo invisibile – Mrs. Fairytale. Non si torna indietro dalla felicità al Teatro della Pergola da sabato 12 a venerdì 18 febbraio.
Non un sequel, piuttosto il desiderio di ridare voce a quella donna, Mrs. Fairytale, che nella sua villetta di provincia con patio, amichette del bridge e madre razzista, torna a raccontarsi facendoci sorridere e pensare.
Timi sa giocare con tutte le sfumature del suo repertorio, incantando e strappando un continuo brusio di risate alla platea, che si lascia trascinare complice nel gioco surreale e graffiante di un attore che mette in scena uno degli spettacoli più conturbanti della stagione.
La storia di Mrs. Fairytale, già protagonista di Favola, andato in scena nella stagione 2014/2015 e diventato anche un piccolo cult cinematografico nel 2017, riparte da Capodanno. Ma è un Capodanno che si ripete, come nel Giorno della Marmotta, è una rappresentazione senza tempo, un eterno countdown verso il vero amore, la felicità, la vita.
«È quasi mezzanotte… potrei uscire, andare a ballare, ubriacarmi e forse passare persino una superficiale e banale serata; invece, no… io da qui non mi muovo!» esordisce così Mrs. Fairytale, che, rimasta sola in casa (il marito Stan è in viaggio per affari), passa il tempo parlando con il suo cagnolino impagliato o al telefono con la mamma. Fuori la città è invasa da una mandria impazzita di drogati di Coca-cola, dentro la casa, invece, da un po’ di tempo succedono cose molto strane. La più stravagante di tutte accadrà proprio quella notte.
Si tratta dell’incontro incredibile e surreale con un uomo invisibile, a seguito del quale, per combattere e vincere la sua sofferenza perpetua «aggrappata con le unghie posticce a una posticcia posticcia realtà», Mrs. Fairytale prenderà una decisione estrema e definitiva, l’ennesima.
L’uomo invisibile – Mrs. Fairytale. Non si torna indietro dalla felicità oscilla di continuo tra due tonalità emotive: l’entusiasmo che esige la gioia come un risarcimento – come la preda di una caccia celeste – e la tristezza improvvisa e veggente che apre abissi nella quotidianità. L’alternanza delle scene procede secondo una furibonda corsa da un estremo all’altro: la comicità surreale che trabocca di desiderio precipita verso un’infelicità che per un istante sembra irrimediabile. E viceversa: l’angoscia che mozza il fiato si trasforma nell’acuto di una canzonetta che, ostentando felicità, finisce con il procurarla.
Attraverso questo movimento vertiginoso, lo spettacolo tende a ciò che Charles Baudelaire definisce «comico assoluto». L’uomo invisibile non fa insomma che mettere in scena, con una comicità che è puro istinto del paradosso, i paradisi mancati di cui abbiamo memoria perché, come recita il sottotitolo, «Mrs. Fairytale non si torna indietro dalla felicità».