L’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, è profondamente preoccupata per le conseguenze che la rapida intensificazione della violenza nel Mozambico settentrionale sta provocando sul piano umanitario; circa 30.000 persone sono fuggite dalla città costiera di Palma da quando è stata attaccata da gruppi armati il 24 marzo.
Siamo particolarmente preoccupati per la sicurezza e il benessere dei più vulnerabili tra gli sfollati, compresi donne e bambini.
Decine di persone sarebbero state uccise durante gli attacchi, mentre migliaia sono fuggite a piedi, sulle strade, e via mare. Si ritiene che molte altre siano ancora intrappolate a Palma. Chi e’ scappato ha incontrato molti ostacoli sia che tentasse di mettersi al sicuro all’interno del paese, sia che cercasse di attraversare i confini.
Il conflitto armato in corso nella provincia di Cabo Delgado, ricca di petrolio e gas, ha causato gravi violazioni dei diritti, l’interruzione dei servizi essenziali e un grave impatto sui civili, in particolare sui bambini che rappresentano quasi la metà della popolazione sfollata.
L’UNHCR sta aiutando donne e bambini, che costituiscono circa l’80% delle vittime di abusi dei diritti umani, e gli altri sfollati interni che si trovano a Pemba, Mueda, Montepuez, Negomano e Quitunda.
Altrettanto preoccupante è la separazione delle famiglie. Centinaia di bambini sono arrivati traumatizzati ed esausti dopo essere stati separati dalle loro famiglie. Molti altri sono arrivati con le loro madri.
Chi fugge dalla violenza arriva senza effetti personali, spesso con problemi di salute tra cui ferite e grave malnutrizione.
L’UNHCR, insieme a UNICEF e altri partner, sta indirizzando i minori sfollati vulnerabili versi i servizi per la riunificazione familiare, per la salute mentale e il supporto psicosociale, così come verso l’assistenza materiale.
Alcune persone stanno ancora fuggendo da Palma, ma essendoci ancora poche vie di evacuazione aperte siamo preoccupati per chi che non e’ in grado di lasciare la zona.
A Quitunda, nell’area di Palma, l’UNHCR ha recentemente raccolto segnalazioni di gravi abusi commessi contro gruppi vulnerabili, tra cui aggressioni fisiche a persone che cercano di fuggire sulle barche verso aree più sicure.
Dal 2017 decine di migliaia di persone sono morte o rimaste ferite nel conflitto nel nord del Mozambico, mentre più di 700.000 persone sono state costrette a fuggire nelle province di Cabo Delgado, Nampula, Niassa, Sofala e Zambezia.