Domani ricorre la Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia, “un importante momento di riflessione per tutte le realtà, istituzionali e non, impegnate nell’attuazione di società pacifiche, che rispettano i diritti umani”. Mete Onlus, dal suo inizio, si è impegnata “nel contrasto dell’abuso e dello sfruttamento sessuale dei minori, in qualunque parte del mondo accada”. Due le iniziative precedenti sono state presentate al Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite di Ginevra: “Amiamo i Bambini. Amiamoli Tutti” e “Stop Sexual”
Il Noble Team al Femminile che fa capo a Mete Onlus, ha deciso di intervenire nel merito delle parole utilizzate, avendo l’obiettivo di essere “performante” e rispondere ai 17 Global Goals for Sustainable Development posti dalla Agenda 2030 delle Nazioni Unite, attraverso la Campagna di Responsabilità Sociale “Stop Child Abuse”. L’Avvocato Francesca Ghidini (Componente Team) spiega: “Cambiare le parole può aiutare a cambiare la società e a modificare la percezione della realtà, ingenerando consapevolezza. L’uso del termine (improprio) “turismo sessuale” per descrivere un abuso sessuale perpetrato a danno di un minore è inaccettabile poiché accosta due parole avulse dal fenomeno sotteso e dalla connotazione intrinsecamente positiva come il turismo (viaggio, scoperta) e il sesso (inteso come atto consapevole, libero, gioioso). “Peraltro, “turismo sessuale” non ha alcuna valenza giuridica poiché non descrive alcun reato né si conforma alla definizione Europea della fenomenologia (“sexual exploitation and sexual abuse”, cfr. Lanzarote Convention)”.
“Ciò nonostante, nel “Piano Nazionale di prevenzione e contrasto dell’abuso e dello sfruttamento sessuali dei minori 2015-2017” viene ancora utilizzata la locuzione “turismo sessuale” – dice Giorgia Butera – Si tratta (solo) di una parola di comodo, totalmente fuorviante rispetto alla percezione del fenomeno che dovrebbe descrivere, ovvero, gli abusi sessuali sui minori”. “Turismo sessuale” suona meno ripugnante, l’abominio resta in sordina”. “Questo momento storico richiede nuova e rinnovata attenzione al fenomeno: la precarietà e la povertà causate dalla pandemia sono un nuovo fattore di incremento degli abusi sessuali sui minori, anche nelle nuove e insidiosissime forme online”, conclude. La Presidente Butera, chiede aiuto alle istituzioni e agli interlocutori “per instillare una nuova presa di coscienza collettiva: il termine “turismo sessuale” deve essere prontamente sostituto con “abuso di minore” ogni volta in cui ci si riferisca a tale casistica. Il viaggio volto allo sfruttamento sessuale dei minori potrà essere indicato come “viaggio per abuso sessuale di minore” (oppure con altra definizione analoga).
“E’ ora di rendere giustizia alle vittime della violenza. Chi parte per abusare sessualmente di un minore non è un “turista” bensì un pericolosissimo criminale – conclude Butera – Ci piacerebbe che questa iniziativa, promossa proprio in occasione della Giornata Nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia, rappresentasse il volano per una campagna di sensibilizzazione pubblica sulla tematica dell’abuso sessuale dei minori”. Ricordiamo che la precedente Campagna di Mete Onlus “Stop Sexual Tourism” è stata inserita in una pubblicazione dell’Osce (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa), Special Representative and Co-ordinator for Combating Trafficking in Human Beings. L’organizzazione ha realizzato un documento che focalizza la responsabilità degli Stati partecipanti per rispondere al Focus riguardante la tratta a scopo di sfruttamento sessuale.
L’azione del Noble Team potrebbe essere una opportunità per “incoraggiare i media a fornire appropriate informazioni su tutti gli aspetti dello sfruttamento e dell’abuso sessuale dei minori, nel rispetto dell’indipendenza dei media e della libertà di stampa”(Convenzione di Lanzarote, art. 9 comma 3). L’organizzazione si è attivata per chiedere interventi necessari in merito al “vuoto operativo” in materia di contrasto allo sfruttamento e all’abuso sui minori. L’ultimo Piano Nazionale per il contrasto al fenomeno disponibile è quello relativo al triennio 2015-2017. Oggi, anche considerati gli effetti nefasti della pandemia sul fenomeno degli abusi, potrebbe essere utile elaborare un nuovo Piano, con previsioni ad hoc. Fanno parte del Noble Team: Giorgia Butera, Barbara Galli, Sara Baresi e Francesca Ghidini