Erano sulla lista degli afghani da recuperare, ma dopo l’attentato dell’Isis non sono riuscite a entrare nell’aeroporto. L’allarme del prorettore: “Rischiano rappresaglie”
Erano sulla lista degli afghani da recuperare ma dopo l’attentato dell’Isis non sono riuscite a entrare nell’aeroporto e sono rimaste bloccate a Kabul, in Afghanistan: si tratta di 81 studentesse afghane che fra pochi giorni avrebbero dovuto iniziare i corsi all’Università di Roma La Sapienza. Con loro anche alcuni bambini. A lanciare l’allarme è il prorettore dell’ateneo romano Bruno Botta in una intervista al Gr1. “Attendiamo che qualcosa avvenga, l’Unità di Crisi ha detto che non avrebbero assolutamente abbandonato le ragazze e i ragazzi della Sapienza”.
La preoccupazione maggiore è per le studentesse che da Herat hanno raggiunto Kabul per imbarcarsi: “Se dovessero tornare indietro, rischiano rappresaglie” avverte Botta. La speranza ora è che il gruppo possa viaggiare su voli di altri Stati, quando ce ne saranno.
La Sapienza
“Dopo questo grande clamore mediatico oggi c’è stata un ulteriore accelerazione da parte di esponenti del governo italiano. La Farnesina mi ha contattato per stabilire una strategia per portare questi ragazzi e ragazze in Italia”. Lo riferisce all’Adnkronos il prorettore dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma, Bruno Botta, in merito alle 81 studentesse afghane rimaste bloccate a Kabul che fra pochi giorni avrebbero dovuto iniziare i corsi all’ateneo romano.
“L’Unità di Crisi ci ha rassicurato dicendo che i ragazzi e le ragazze non verranno abbandonate e che si cercherà di trovare una via per portarli qui” conclude.