Migranti, Mimmo Lucano condannato: “Nemmeno a un mafioso, non c’è giustizia”
L’ex sindaco di Riace: “Morto dentro. Non voglio disturbare più nessuno, mi ritiro da tutto, non mi importa più”
“Forse nemmeno a un mafioso…”. Così Mimmo Lucano commenta con l’AdnKronos la condanna a 13 anni e 2 mesi nel processo ‘Xenia’. “Io non voglio disturbare più nessuno, mi ritiro da tutto – si sfoga Lucano -, non mi importa più, voglio solo evitare dispiaceri ai miei familiari e ai miei amici, se devo morire, non c’è problema. Io sono morto dentro oggi. Non c’è pietà, non c’è giustizia”. Poi Lucano aggiunge: “Ribaltano completamente la realtà, la distruggono. Quando sono tornato dalle misure cautelari, perché mi avevano sospeso da sindaco e cacciato da Riace, i rifugiati mi aspettavano. Adesso Riace è finita”.
“Valutate voi con la vostra intelligenza se si tratta di un’ingiustizia – conclude -, io non ho nemmeno i soldi per pagare l’avvocato, se non fosse stato per i miei avvocati non avrei potuto permettermi nemmeno i viaggi per andare in Cassazione”.