Colpo di spugna del Governo Musumeci sull’Acqua Pubblica; secco No del Forum Acqua e Beni Comuni, una legge sulla governance c’è già, si applichi; basta profitti sull’Acqua.
Si chiede alla IV Commissione Ambiente ed a tutti i Deputati e gruppi politici ARS di dichiarare irricevibile il ddl n.1066; al Governo di lavorare all’attuazione della legge regionale vigente.
Ieri 13 ottobre si è svolta l’audizione di una delegazione del Forum siciliano dei movimenti per l’Acqua e i Beni Comuni presso la IV Commissione Ambiente ARS in merito al DDL Musumeci – Baglieri di Istituzione dell’Autorità Idrica Siciliana.
Il ddl 1066 secondo il Forum peggiora l’aspetto gestionale del SII creando delle strutture ridondanti e aumentando i costi di funzionamento che si riverseranno sugli utenti; non consente di rispettare i tempi imposti dalla Comunità Europea per avere i finanziamenti; smantella le competenze attribuite dalla normativa regionale, nazionale e comunitaria agli Enti Locali e alle Assemblee Territoriali Idriche trasformando queste ultime in organi periferici e al contempo aumenta i “poteri” del Presidente della Regione che può partecipare all’Assemblea d’Ambito Unico, nomina d’intesa con l’Assemblea d’Ambito Unico dell’Autorità Idrica Siciliana il Direttore Generale, può sostituire il Direttore Generale con un commissario ad acta.
Vero obiettivo della legge ad opinione del Forum è quello di salvare in extremis il contratto con Siciliacque spa per continuare a fare pagare ai siciliani una tariffa doppia, al gestore d’ambito ed a quello di sovrambito. Tariffazione pari a 69 centesimi + iva a mc che due sentenze, del TAR e del CGA, hanno dichiarato essere illegittima almeno dal 2016, così come illegittime sono le delibere del Governo che l’ha ratificata. Se venisse applicata la legge 19/2015 in vigore come il Forum chiede da anni, il contratto con Siciliacque dovrebbe essere risolto, previa valutazione del rispetto degli adempimenti previsti dal contratto 40ennale voluto da Cuffaro nel 2004, a partire dai 580 mln di investimenti previsti su reti e infrastrutture. Ad oggi, malgrado le ripetute richieste di accesso agli atti, non è dato sapere se tali investimenti siano stati effettuati.
Elementi questi che ad avviso del Forum sono preliminari a qualunque intervento legislativo che si proponga di fare subentrare ex lege l’Autorità Idrica Siciliana nei rapporti con Siciliacque.
Siciliacque, stando alla sentenza inappellabile del CGA, dovrebbe restituire ai cittadini quanto indebitamente introitato in questi anni ed affidare le reti e gli impianti che gestisce ai gestori d’ambito provinciale come previsto al comma 5 dell’articolo 3 della vigente l.r. 19/2015, che recita: “la gestione dei sistemi acquedottistici relativi al servizio idrico integrato, dei servizi e delle opere idriche di captazione, di accumulo, di potabilizzazione e di adduzione, individuati nel piano regolatore degli acquedotti, è affidata ai gestori del servizio idrico integrato in ciascun Ambito territoriale ottimale, così come individuati al comma 1”.
Con il testo di legge Musumeci non solo si ribalta una sentenza definitiva preservando gli interessi della multinazionale francese Veolia, proprietaria del 75% di Siciliacque e si metta la multinazionale in posizione di vantaggio rispetto all’individuazione dei futuri gestori d’ambito laddove non definiti, con possibili accorpamenti di più ambiti con un unico gestore, ma si esautora il ruolo degli Enti Locali e soprattutto si propone di far gestire gli ingenti fondi pubblici messi a disposizione dal PNNR (600 mln per la depurazione e 900 per le reti) e dalla programmazione Europea 2021-27 a gestori privati e multinazionali quotate in borsa in spregio alla volontà Popolare che a maggioranza assoluta di è espressa per la gestione Pubblica dell’Acqua senza profitti. Il Forum denuncia con forza la manovra espansiva della multinazionale francese nel mezzogiorno d’Italia già all’attenzione del Forum Italiano dei movimenti per l’Acqua che con questo intervento legislativo la Regione vorrebbe ratificare.
Se il Governo Musumeci vuole la privatizzazione del servizio idrico e continuare a fare lucrare i privati sul Bene Comune primario cancellando la legge 19/2015 ne risponda politicamente ai cittadini senza tirare in ballo una governance che ha già passato il vaglio della Corte Costituzionale. Non può ad esempio abrogare la legge 19/2015 mantenendo in vita l’articolo 1 nel quale è delineata con nettezza “la gestione pubblica dei beni del demanio idrico senza finalità lucrative.”
Delle due l’una; o si attua una legge che prevede la gestione Pubblica e non lucrativa o si favorisce la privatizzazione.
Il Forum siciliano continuerà a battersi affinchè il voto della maggioranza dei siciliani col 97,9% di SI a favore dell’Acqua Pubblica sia rispettato. Si scrive Acqua e Beni Comuni, si legge Democrazia.