Debutta il 5 novembre Dido and Aeneas, il capolavoro di Henry Purcell, nel nuovo allestimento del Teatro Massimo di Palermo. Sul podio dell’Orchestra, il direttore musicale onorario, Gabriele Ferro. La regia è di Lorenzo Amato.
Dido and Aeneas, opera tragica in tre atti di Henry Purcell, su libretto di Nahum Tate, capolavoro assoluto del melodramma britannico, debutta venerdì 5 novembre alle 20.00 al Teatro Massimo di Palermo nel nuovo allestimento che vede sul podio dell’Orchestra il direttore musicale onorario Gabriele Ferro. La regia è di Lorenzo Amato, le scene e i costumi sono di Justin Arienti, regista assistente e azioni mimiche Danilo Rubeca, luci Vincenzo Raponi, Maestro del Coro Ciro Visco.
A interpretare Dido (o Elissa), regina di Cartagine, il soprano Deniz Uzun, mentre Belinda, sua sorella, è il soprano Francesca Aspromonte; il mezzosoprano Adriana Di Paola è la maga che insieme a le streghe interpretate da Shakèd Bar (mezzosoprano) e Rosa Bove (mezzosoprano) fa naufragare l’amore di Dido ed Aeneas, il principe troiano interpretato da Mauro Borgioni. Completano il cast Vittoriana De Amicis (seconda donna), Federico Fiorio (Spirito), Filippo Adami (un marinaio). Al cembalo e all’organo Ignazio Maria Schifani, all’arciliuto Francesco Olivero, tiorbe Domenico Cerasani, Giulio Falzone, al violoncello Kristi Curb. Orchestra e Coro del Teatro Massimo.
Scritta negli anni ottanta del Seicento per lo spettacolo conclusivo di una scuola per giovani gentildonne di Chelsea, l’opera più celebre di Henry Purcell, racconta l’amore impossibile tra il principe troiano Enea e la regina di Cartagine, Didone. Al centro dell’opera il confronto tutto al femminile tra due gruppi: quello della corte di Didone, e quello delle streghe, guidate dalla perfida Maga. L’amore di Dido ed Aeneas (personaggio ben poco eroico, nel libretto scritto da Nahum Tate ispirandosi all’Eneide di Virgilio) passa in secondo piano rispetto alla lotta senza quartiere che la Maga rivolge contro la regina di Cartagine. Sarà infatti un’illusione delle streghe a scatenare la tempesta mentre Enea e Didone sono a caccia; e ancora le streghe, dal loro antro, invieranno uno spirito in veste di Mercurio ad Enea per spingerlo a riprendere la sua rotta, abbandonando Didone. Dopo aver scacciato l’incerto Enea, Didone si consegna alla morte con grande dignità, affidando alla sorella Belinda il ricordo di sé, chiedendo il silenzio sul tragico destino della sua vita spezzata dall’amore per un uomo che non si è rivelato degno: “When I am laid in earth” è il celebre lamento, diventato una delle più celebri espressioni di questa forma caratteristica del Seicento musicale, che si conclude con “Remember me, but ah! forget my fate”.