Casa. La Regione in aiuto di chi rischia lo sfratto: rifinanziato il Fondo per la morosità incolpevole 2021. 4,3 milioni alle famiglie in difficoltà economica che hanno ricevuto un avviso di sfratto, e quelle che, per l’emergenza Covid, hanno subito una diminuzione del reddito familiare di oltre il 25%. La vicepresidente Schlein: “Interventi concreti a sostegno di chi rischia di vivere un dramma nel dramma, come la perdita della casa”
Approvata dalla Giunta la ripartizione delle risorse nazionali sul territorio. Serviranno a saldare le rate scadute o a stipulare un nuovo contratto e saranno assegnate a Comuni e Unioni di Comuni. Dal 2014, già stanziati attraverso la Regione quasi 30 milioni di euro
Bologna – Non riuscire a pagare le spese di affitto per gravi difficoltà economiche, anche dovute all’emergenza sanitaria, e rischiare di perdere la propria casa causa sfratto. È la cosiddetta morosità “incolpevole”, e riguarda persone o famiglie che si trovano in questa drammatica situazione perché ad esempio hanno perso il lavoro, hanno dovuto chiudere un’attività o sostenere forti spese impreviste, sono state colpite da una grave malattia.
Un aiuto concreto a questi cittadini, “inquilini involontariamente morosi”, arriva dalla Regione Emilia-Romagna, che per il 2021 mette a disposizione di Comuni e Unioni di Comuni oltre 4, 3 milioni di euro provenienti dal Fondo nazionale per gli inquilini morosi incolpevoli gestito dalla Regione. Un provvedimento che dal 2014 ha permesso di destinare sul territorio oltre 29,8 milioni di euro, e che ora viene rafforzato a causa dell’emergenza Covid-19, ampliando la platea dei beneficiari.
La Giunta regionale, con un atto approvato in questi giorni, ha infatti recepito la novità introdotta dal decreto del ministero delle Infrastrutture e trasporti del 30 luglio scorso, con cui sono stati ripartiti tra le Regioni i fondi per la “morosità incolpevole”: la possibilità di riconoscere il contributo a chi, a causa dell’emergenza Covid, abbia subito una riduzione del proprio reddito Irpef superiore al 25% rispetto al 2020.
“Il ricorso al Fondo per la morosità incolpevole consente di dare respiro alle persone e alle famiglie che devono pagare l’affitto, una spesa che incide fortemente sul reddito familiare, e non riescono a farlo per gravi eventi della vita, come ad esempio la perdita del lavoro, soprattutto in un periodo drammatico come quello causato dall’emergenza Covid- sottolinea la vicepresidente con delega alle Politiche abitative, Elly Schlein-. Parliamo di un aiuto concreto, che si affianca agli altri interventi che, come Regione, abbiamo messo in campo per far fronte ai nuovi bisogni che si sono generati in questi mesi. Il nostro obiettivo prioritario- conclude la vicepresidente- è infatti costruire intorno alle persone o alle famiglie più fragili una rete di opportunità e aiuti, in modo da offrire prospettive di cambiamento e miglioramento della propria condizione di vita”.
La somma complessiva resa disponibile dalla Regione (4 milioni e 374 mila euro) per il 2021 viene assegnata a 102 Comuni, in parte classificati ad alta “tensione abitativa” (39 Comuni in cui si riscontra la maggiore richiesta di alloggi e dove l’ammontare degli affitti è più alto) e in parte ad alta “densità abitativa” (63 Comuni con popolazione residente superiore ai 10.000 abitanti). Le risorse vengono suddivise per il 50% del totale tra i Comuni in proporzione al numero delle famiglie residenti e per l’altro 50% a quello dei provvedimenti di sfratto emessi per morosità (dati raccolti dal ministero dell’Interno e riferiti al 2020).
Saranno poi i Servizi sociali dei Comuni a provvedere all’assegnazione dei contributi ai cittadini che ne fanno richiesta, sulla base delle specifiche graduatorie comunali.
L’aiuto ai nuclei in difficoltà consiste in un contributo pro capite, fino a un massimo di 12 mila euro, per stipulare un nuovo contratto di locazione o per riuscire a pagare una parte delle spese pregresse, oppure come deposito cauzionale per una nuova casa.
Chi può ottenere il contributo
Possono usufruire del fondo le famiglie (anche composte da una sola persona) con cittadinanza italiana o di area Ue, se extraeuropee in possesso di regolare permesso di soggiorno, che abbiano un reddito Ise (Indicatore della situazione economica) fino a 35 mila euro o reddito Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) fino a 26 mila euro.
Un altro requisito necessario per accedere ai contributi, aver ricevuto un avviso di sfratto per morosità, essere titolari di un contratto di locazione regolarmente registrato e residenti nell’alloggio oggetto della procedura da almeno un anno, e non possedere altre abitazioni. Tra i criteri preferenziali, la presenza di un ultrasettantenne o di un figlio minore, oppure di una persona con invalidità accertata per almeno il 74%, o ancora di un familiare in carico ai servizi sociali o alle Ausl.
Una ulteriore possibilità, infine, viene offerta a coloro che, pur non essendo destinatari di provvedimenti esecutivi di sfratto, dichiarino tramite autocertificazione di aver subito, in ragione dell’emergenza sanitaria, un calo del proprio reddito del 25%.
Le risorse disponibili per provincia
Nella provincia di Bologna dove risiedono 493 mila nuclei famigliari e dove arriveranno 1,4 milioni di euro, nel 2020 sono state 501 le famiglie (2.725 in Emilia-Romagna) sfrattate per morosità. Per quanto riguarda le altre province, a Modena sono stati assegnati 854 mila euro (oltre 307 mila famiglie residenti e 420 sfratti); a Reggio Emilia 230 mila euro (230 mila famiglie residenti e 427 sfratti); a Ravenna 451 mila euro (quasi 180 mila famiglie residenti e 245 sfratti); a Forlì-Cesena 441 mila euro (173 mila famiglie residenti e 198 sfratti); a Parma 414 mila euro (207 mila famiglie residenti e 347 sfratti); a Rimini 372 mila euro (149 mila famiglie residenti e 258 sfratti), a Ferrara 349 mila euro (162 mila residenti e 157 sfratti); infine, Piacenza, che ha ricevuto risorse per 324 mila euro (quasi 131 mila famiglie residenti e 172 provvedimenti di sfratto)./Ti.Ga
In allegato l’elenco dei Comuni ad alta “tensione abitativa” (Ata) e ad alta “densità abitativa” (Ada)