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Il videomessaggio del presidente ucraino, le parole del ministro degli Esteri russo. Putin parla con Xi Jinping: “Disponibile a condurre negoziati di alto livello”
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Guerra Ucraina-Russia, Zelensky: “Negoziamo”. Lavrov: “Deponga armi”
25 FEBBRAIO 2022 | 12.24
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Il videomessaggio del presidente ucraino, le parole del ministro degli Esteri russo. Putin parla con Xi Jinping: “Disponibile a condurre negoziati di alto livello”
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Afp
Dopo l’inizio della guerra in Ucraina, il presidente ucraino Voldymyr Zelensky torna a chiedere alla Russia e al suo presidente Vladimir Putin di negoziare. In nuovo videomessaggio, Zelensky ha detto: “Voglio fare appello ancora una volta al presidente della Federazione russa perché si sieda al tavolo del negoziato e fermi la morte delle persone”. La Russia è pronta ad accogliere l’appello di Zelensky inviando una delegazione a Minsk, in Bielorussia, per trattare con il governo ucraino. Lo riportano i media di Mosca, riferendo che il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha annunciato che una delegazione composta da funzionari del ministero degli Esteri e della Difesa potrebbe essere inviata a Minsk.
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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha di nuovo invitato l’omologo russo, Vladimir Putin, a sedersi ad un tavolo delle trattative.
Putin “è pronto a inviare a Minsk una delegazione russa a livello di rappresentanti del Ministero della Difesa, del Ministero degli Affari Esteri e dell’amministrazione presidenziale per negoziati con una delegazione ucraina”.
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Militari ucraini a Kiev © AFPFOTO
Redazione ANSA
ROMA
25 febbraio 202209:30NEWS
Combattimenti sono in corso a nord di Kiev.
Lo annuncia l’esercito ucraino.
Nella notte una pioggia di missili russi è caduta sulla capitale ucraina, mentre l’esercito ha assediato varie città lungo la strada tra il confine e la città, arrivando a raggiungere un aeroporto ad appena 130 chilometri dalla Polonia. L’antiaerea avrebbe abbattuto un velivolo sulla capitale dell’Ucraina.
Due insegnanti sono stati uccisi da un bombardamento su una scuola a Gorlovka, nell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk. Lo rende noto il sindaco della città, Ivan Prikhodko. “Due insegnanti – le sue parole su Telegram – sono stati uccisi in un attacco alla scuola numero 50”. Prikhodko ha aggiunto che c’e’ anche una persona ferita.
“Questa notte Romania e Polonia hanno aperto le frontiere. Fanno passare donne, bambini e anziani. C’è assistenza aiuto e sostegno per i profughi appena passato il confine. Ci sono lunghe code ma ci si muove. È permesso il passaggio con qualsiasi documento che dimostra l’identità”. Lo afferma Fabio Prevedello, presidente della Associazione europea Italia-Ucraina.
Truppe russe entrano nella regione di Kiev, civili in fuga. Zelensky chiama i cittadini alle armi. Si combatte a Chernobyl, media confermano: centrale in mano ai russi. Putin: “Costretti a prendere queste misure, non c’era altra scelta. Russia è parte dell’economia mondiale”. La Nato: “Non invieremo truppe in Ucraina, ma rafforziamo la nostra presenza a Est”. Il G7 condanna l’invasione. Biden: “Guerra premeditata”. Il premier italiano Draghi: “Con Putin ora dialogo impossibile”. Bruciati 30 miliardi a Piazza Affari.
L’esercito ha avviato intensi bombardamenti e attaccato gli aeroporti in varie parti del paese, mentre Putin ha detto agli ucraini di abbandonare le armi.
A Kiev risuonano anche le sirene antiaereo
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L’Onu a Putin: questo conflitto deve fermarsi ora
Nelle ultime ore a Kiev le sirene antiaereo hanno risuonato più volte nel centro della città. Inoltre testimoni oculari riferiscono che si stanno formando “lunghe file ai benzinai” e il traffico nelle strade, specie in periferia, “è intenso”. Gli abitanti della capitale starebbero cercando di lasciare la città.
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Perché la Russia dichiara guerra all’Ucraina?
L’Ucraina nasce come Stato indipendente nel 1991, a seguito della dissoluzione dell’Unione Sovietica, ma sperimenta una crescente instabilità, soprattutto agli inizi del nuovo millennio, data dalla contrapposizione tra i fautori dell’avvicinamento all’Unione Europea e all’Occidente e i sostenitori del legame storico con la Russia.
La contrapposizione si fa evidente con la presidenza di Viktor Yanukovych (eletto nel 2010 ma in precedenza primo ministro). È sotto la sua leadership che il Paese vira decisamente verso la Russia. Questo spostamento dell’asse politico si palesa nel 2013 con il rifiuto, da parte di Yanukovych, di firmare l’accordo di associazione e libero scambio con l’Unione Europea. Immediate (siamo in novembre) le proteste di piazza (che prendono il nome di “EuroMaidan” e in cui sono presenti nazionalisti filo-occidentali e antirussi, alcuni dei quali neonazisti), che infiammano il Paese: nel marzo 2014 la Russia sancisce ufficialmente la secessione della Repubblica di Crimea dall’Ucraina e la sua annessione alla Federazione Russa.
Pochi giorni prima, gli abitanti della regione (a maggioranza russofona) avevano espresso mediante referendum (considerato illegale dalla Corte costituzionale ucraina) la volontà di tornare sotto la sovranità di Mosca ma di fatto il processo di riannessione della Crimea alla Russia era iniziato quando migliaia di militari russi privi di mostrine ne avevano preso il controllo.
La regione del Donbass, nell’Est dell’Ucraina, segue a ruota l’esempio della Crimea, scatenando una guerra civile nelle province di Donetsk e Lugansk, che si autoproclamano repubbliche indipendenti (si tratta delle due repubbliche riconosciute da Putin nel discorso di pochi giorni fa). Nel febbraio 2015, con l’accordo detto Minsk II, si giunge a un cessate il fuoco ma gli impegni assunti in quel momento non vengono del tutto rispettati dalle parti, con la conseguenza che il conflitto prosegue di fatto ininterrottamente fino a oggi.
Su tutta questa situazione incandescente si innesta il progressivo allargamento a Est della Nato (a eccezione degli Stati dell’ex Jugoslavia, tutti i Paesi entrati nell’Alleanza Atlantica dal 1990 a oggi erano parte dell’Unione Sovietica o legati a essa dal Patto di Varsavia: parliamo di Lettonia, Lituania, Estonia, Polonia, Romania, Bulgaria, Repubblica ceca, Slovacchia, Ungheria) e il timore da parte della Russia che l’Ucraina possa entrare a far parte del Patto atlantico: una prospettiva inaccettabile per Putin che avrebbe così gli americani sul portone di casa.
L’appello – Russia, Ucraina e il conflitto che non conviene a nessuno: ma la pace è ancora possibile
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