L’OMS e i suoi partner stanno lavorando per comprendere meglio l’entità e la causa di un focolaio di vaiolo delle scimmie. Il virus è endemico in alcune popolazioni animali in diversi paesi, portando a focolai occasionali tra la popolazione locale e i viaggiatori. I recenti focolai segnalati finora in 11 paesi sono atipici, poiché si verificano in paesi non endemici.
Ci sono circa 80 casi confermati finora e 50 indagini pendenti. È probabile che vengano segnalati più casi man mano che la sorveglianza si espande.
L’OMS sta lavorando con i paesi colpiti e altri per espandere la sorveglianza delle malattie per trovare e supportare le persone che potrebbero essere colpite e per fornire indicazioni su come gestire la malattia. Continuiamo a convocare riunioni di esperti e gruppi di consulenza tecnica (come la riunione di oggi dello Strategic & Technical Advisory Group on Infectious Hazards with Pandemic and Epidemic Potential [STAG-IH]) per condividere informazioni sulla malattia e sulle strategie di risposta.
L’OMS continua a ricevere aggiornamenti sullo stato dei focolai in corso nei paesi endemici.
Monkeypox si diffonde in modo diverso da COVID-19. L’OMS incoraggia le persone a rimanere informate da fonti affidabili, come le autorità sanitarie nazionali, sull’estensione dell’epidemia nella loro comunità (se presente), sui sintomi e sulla prevenzione.
Poiché il vaiolo delle scimmie si diffonde attraverso il contatto ravvicinato, la risposta dovrebbe concentrarsi sulle persone colpite e sui loro contatti stretti. Le persone che interagiscono da vicino con qualcuno che è infetto sono a maggior rischio di infezione: questo include operatori sanitari, membri della famiglia e partner sessuali.
Stigmatizzare gruppi di persone a causa di una malattia non è mai accettabile. Può essere un ostacolo alla fine di un focolaio in quanto potrebbe impedire alle persone di cercare assistenza e portare a una diffusione non rilevata.
Poiché la situazione è in evoluzione, l’OMS continuerà a fornire aggiornamenti per saperne di più.