Il movente razzista degli omicidi di rue d’Enghien
In custodia di polizia, il sospettato, William M., ha detto di essere stato spinto da un “odio per gli stranieri che era diventato del tutto patologico” da un furto con scasso nella sua casa nel 2016.
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Sotto choc e rabbia la comunità curda dopo la strage di rue d’Enghien
Secondo un rapporto provvisorio, le tre vittime decedute sono una donna e due uomini. Secondo Agit Polat, portavoce del CDKF, la donna è Emine Kara, la leader del movimento delle donne curde in Francia. Aveva combattuto e condotto campagne per trent’anni nelle quattro parti del Kurdistan, in Turchia, Iraq, Siria e Iran. Secondo Berivan Firat, portavoce del CDKF, Emine Kara aveva preso parte alla lotta contro l’organizzazione dello Stato islamico (IS), armi alla mano, durante la riconquista di Rakka da parte delle forze curde sostenute dalla coalizione internazionale. Da allora aveva chiesto asilo politico in Francia e le era stato negato lo status di rifugiato dall’Opra, decisione contro la quale aveva presentato ricorso.
I due uomini sono un cantante curdo, rifugiato politico in Francia e un vecchio frequentatore del centro culturale Ahmet-Kaya. Dei tre feriti, uno è in assoluta emergenza e altri due in relativa emergenza. La Procura di Parigi ha annunciato l’apertura di un’inchiesta su omicidi e tentati omicidi, affidata alla Direzione Regionale della Polizia Giudiziaria (DRPJ).