Piano Casa, Sce Campidoglio: un nuovo modello per il diritto all’abitare
Roma, 27 luglio 2023 – Il primo merito del Piano Casa approvato oggi in Assemblea capitolina è di cultura politica. La sua filosofia innovativa non solo disegna un nuovo “Modello Roma” per le politiche abitative, costruito con la cittadinanza, i sindacati, i movimenti, ma indica anche gli strumenti operativi e individua ingenti risorse economiche per attuarlo. Tra gli assi del piano c’è, in primo luogo, l’aumento dello stock immobiliare con l’acquisto di alloggi da assegnare come case popolari senza consumare suolo pubblico e spazi verdi. Poi, un nuovo welfare abitativo che abbia la caratteristica di precedere il danno. E ancora, una forte spinta alla rigenerazione urbana attraverso il recupero e l’autorecupero, che consenta di riqualificare vecchi spazi che il Comune ha, come scuole ed uffici, riadattandoli per l’edilizia residenziale pubblica, o attraverso l’acquisizione e il riadattamento di stabili come lo Spin Time e altre occupazioni.
Ci sono, infine, i nuovi strumenti, il Censimento degli immobili, l’Osservatorio e l’Agenzia sociale per l’abitare, che sono inscindibili l’uno dall’altro. Fondamentale il ruolo dell’Agenzia, che non deve essere un duplicato del Dipartimento della Casa, ma uno strumento più agile che lavori soprattutto al servizio dei soggetti deboli e permetta di prevenire le situazioni di sofferenza, intervenendo anche sulle emergenze. Una di queste sono gli sfratti, per i quali è necessaria una risposta tempestiva. L’Agenzia consentirà di offrire una soluzione per le famiglie veramente fragili, attraverso una mappa precisa delle disponibilità, con un ruolo di mediazione per far incontrare domanda e offerta e rendere più agevole la fruizione del contributo all’affitto.
Il Piano che abbiamo approvato ristabilisce la legalità del diritto all’abitare anche per le persone più fragili a fronte di un mercato immobiliare che ha raggiunto costi proibitivi. Con il nostro Piano vogliamo porre un freno agli sgomberi e alle azioni violente, il diritto alla casa non può diventare un problema di ordine pubblico. Per chi subisce uno sgombero e ha i requisiti è necessario garantire l’immediato passaggio da una casa a un’altra disponibile.
Il Piano per il diritto all’abitare è ambizioso e, per essere attuato, ha bisogno di risorse aggiuntive a quelle già stanziate, di risorse strutturali anche per nuove assunzioni che coprano l’attuale deficit di personale. Per questo è necessario aprire una vertenza con Governo nazionale e Regione Lazio, Roma ha meno case popolari delle altre capitali europee e per colmare questo gap ha bisogno di fondi aggiuntivi.
Lo dichiarano i consiglieri capitolini Alessandro Luparelli e Michela Cicculli del Gruppo Sinistra Civica Ecologista