Salute. Telemedicina, rete territoriale di assistenza multidisciplinare, percorsi di cura personalizzati: la Regione Emilia-Romagna aggiorna il Piano Cefalea e predispone il progetto per contrastare una malattia sociale debilitante. Donini: “Dal medico curante alle case della comunità, dai CAU fino ai centri regionali specializzati, la rete si attiva affinché ogni paziente cefalalgico riceva una risposta adeguata”
Ambulatori cefalea e PDTA in ogni territorio per migliorare la qualità dell’assistenza. Assegnati oltre 840mila euro per il biennio 2023-2024 per contrastare le forme croniche di cefalea primaria, cioè mal di testa che non sono legati ad altre patologie e si manifestano con elevata frequenza. È una malattia di genere, colpisce cioè più le donne che gli uomini, e l’uso eccessivo di antidolorifici può portare a complicanze più gravi. A Bologna il 3% della popolazione ne soffre per più di 15 giorni al mese. Buone prospettive vengono dall’uso di anticorpi monoclonali
Bologna – Una patologia che può compromettere in modo serio la salute e la qualità della vita delle persone. La cefalea primaria cronica – riconosciuta come malattia sociale dalla legge nazionale numero 81 del 2020 -, nel 70% dei pazienti può degenerare anche nella Cefalea da uso eccessivo di farmaci (MOH: Medication Overuse Headeache).
È una malattia neurologica che affligge soprattutto il sesso femminile e rappresenta una patologia fra le più disabilitanti secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Global Burden of Disease Study, 2017): “Nel mondo si stima il 12% delle persone soffre di cefalea cronica, in Italia parliamo di 8 milioni di persone, in prevalenza donne”.
E proprio per contrastare gli effetti di questa patologia, la Giunta regionale ha approvato nei giorni scorsi un progetto per l’innovazione dell’assistenza delle persone affette da cefalea primaria cronica che pianifica una serie di interventi innovativi da realizzare e potenzia i servizi già in essere.
In tutto sono a disposizione oltre 840mila euro per il biennio 2023-2024, assegnati all’Emilia-Romagna da un decreto ministeriale predisposto lo scorso marzo dopo l’approvazione della legge n. 81 del 2020.
Gli obiettivi principali del progetto regionale prevedono: lo sviluppo della telemedicina, il contrasto all’uso eccessivo di farmaci antidolorifici grazie alla consulenza di specialisti, l’attivazione su tutto il territorio regionale della promozione dei percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali (PDTA) già attivati a Bologna e Reggio Emilia; la promozione dell’informazione rivolta ai cittadini in collaborazione con le associazioni dei pazienti. Inoltre la Regione intende monitorare l’utilizzo dei farmaci, studiare gli effetti delle terapie più innovative, valutando altresì l’impatto sui servizi sanitari.
“Con questo provvedimento ci rivolgiamo ai pazienti con cefalea primaria cronica diagnosticata, mettendo a loro disposizione le migliori risorse del sistema sanitario regionale- spiega l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Da un lato strumenti innovativi quali la telemedicina e la cartella elettronica che favoriscono la presa in carico dei pazienti cefalalgici e la riduzione dei tempi di attesa; dall’altro la nostra organizzazione territoriale, in grado di intercettare subito, con i medici curanti, le Case della Comunità e i CAU, i casi da trattare e se necessario da segnalare ai centri regionali specialistici. Quello della cefalea è un problema spesso sottostimato, per questo opereremo insieme alle associazioni dei pazienti per prevenire l’abuso di farmaci di automedicazione che, pur dando un sollievo immediato, possono nel lungo periodo creare complicazioni per la salute”.
Il nuovo Piano regionale, che aggiorna quello del 2013 anche alla luce dei recenti progressi scientifici, prevede per esempio l’uso di anticorpi monoclonali antiCGRP per l’emicrania cronica, quando i farmaci standard non sono risolutivi. I medici curanti e i neurologi possono in questo caso utilizzare il teleconsulto per contattare gli specialisti regionali abilitati alla prescrizione di anticorpi e la telemedicina per le visite periodiche, necessarie a verificare gli effetti della terapia e il monitoraggio tramite registro AIFA. Il nuovo modello presta poi particolare attenzione al ruolo dello psichiatra e dello psicologo che andranno inseriti nel percorso di presa in carico, mentre il farmacologo clinico dovrà contribuire a prevenire gli eventuali abusi di farmaci. Un’altra nuova figura, introdotta con successo dall’Azienda ospedaliero-universitaria di Modena e da estendere su tutto il territorio regionale, qualora la sperimentazione di questo modello assistenziali risulterà efficace, sarà quella dello specialista on call: uno specialista disponibile per un consulto telefonico per medici curanti e neurologi territoriali con un numero dedicato.
Carmine Caputo