1.
In programma l’esposizione, per la prima volta in Italia, della video-installazione La veu Latent, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Palermo e l’Instituto Cervantes di Palermo, e una retrospettiva dei suoi film. Lacuesta terrà anche una Masterclass al CSC-Sede Sicilia
Immagine che contiene persona, Viso umano, interno, uomo
Il contenuto generato dall’IA potrebbe non essere corretto.
Il regista e artista visivo spagnolo Isaki Lacuesta è l’ospite d’onore della 20esima edizione di Sole Luna Doc Film Festival||. Sarà proprio lui ad aprire il programma della rassegna di quest’anno inaugurando il 15 settembre la sua video-installazione La Veu Latent (La voce latente, Spagna, 2022) esposta per la prima volta in Italia. L’opera, in collaborazione con l’assessorato alla Cultura del Comune di Palermo e l’Instituto Cervantes, sarà ospitata alla chiesa dei Santi Euno e Giuliano alla Magione, terza sede del Festival che si aggiunge alla GAM dove si terranno la maggior parte delle proiezioni e a Palazzo Branciforte dove avranno luogo molti degli eventi collaterali.
Lacuesta è considerato tra gli artisti visivi emergenti più interessanti nel panorama internazionale. Regista di cinema, disegnatore, artista visivo, musicista e creatore pluridisciplinare, Isaki sfugge a qualsiasi classificazione. Ed è proprio questa la lente attraverso cui osservare le sue opere, quella di un caleidoscopio. Lacuesta mescola documentario e fiction, utilizza forme e supporti diversi, gioca con la narrazione e i piani temporali, non ha paura di rubare e di rielaborare immagini. Ecco perché accanto ai suoi film lungometraggi di maggior successo, i suoi lavori minori sono egualmente importanti: le videolettere, i cortometraggi, le installazioni visive, i lavori su commissione. Le sue opere sono state programmate nei centri d’arte più importanti al mondo, tra cui il Centre Pompidou di Parigi, il MOMA di New York e in Spagna al Bolit di Girona e al Arts Santa Monica di Barcellona.
Ad Isaki Lacuesta sarà dedicata anche una retrospettiva fuori concorso, composta da una selezione di tre lungometraggi – La leyenda del tiempo (Spagna, 2006, 115’), Entre dos Aguas (Spagna, 2018, 133’) e Segundo Premio (Spagna-Francia 2024, 110’) – e da una sessione di cortometraggi realizzati tra il 2008 e il 2022: Las Variaciones Marker (Spagna, 2007, 34’), El rito (Spagna, 2011, 7’), Ou en etes vous, Isaki Lacuesta? (Francia, 2018, 20’), Los puntos cardinales (Spagna, 2020, 18’).
Inoltre, nelle giornate del Festival, l’artista terrà una Masterclass per gli studenti del CSC, Centro Sperimentale di Cinematografia – Sede Sicilia.
LA VEU LATENT
Isaki Lacuesta, Spagna, 2022
Immagine che contiene Viso umano, schermata, persona, donna
Il contenuto generato dall’IA potrebbe non essere corretto.
Un’attrice, Raquel Ferri, partorisce. E un’attrice, Raquel Ferri, recita la notte e il giorno in cui ha partorito. I sogni possono anche essere una questione di vita o di morte. In questo sogno, l’attrice si moltiplica in diverse donne e si prepara a partorire. E in qualche momento (del passato o del futuro) rivive i desideri, le paure, le speranze, gli attriti dei corpi in trasformazione. Nel momento decisivo del parto, la vita reale e l’interpretazione si abbracciano e si guardano negli occhi, come sempre accade nella nostra vita.
Molto prima, Sylvia Plath scrisse alcuni versi che Sílvia Pérez Cruz cantò:
“The wonb / Rattles its pod, the moon / Discharges itself from the tree with nowhere to go. / My landscape is a hand with no lines, / The roads bunched to a knot, / The knot myself,/ Myself the rose you acheive / This body,/ This ivory/ Ungodly as a child’s shriek./ Spiderlike, I spin mirrors,/ Loyal to my image,/ Uttering nothing but blood-/ Taste it, dark red! / And my forest/ My funeral,/ And this hill and this / Gleaming with the mouths of corpses”.
“Il grembo materno / Scuote il suo baccello, la luna / Si libera dall’albero senza avere dove andare. / Il mio paesaggio è una mano senza linee, / Le strade si aggrovigliano in un nodo, / Il nodo sono io, / Io sono la rosa che raggiungi / Questo corpo, / Questo avorio / Empio come l’urlo di un bambino. / Come un ragno, tesso specchi, / Fedele alla mia immagine, / Senza proferire altro che sangue / Assaggialo, rosso scuro! / E la mia foresta / Il mio funerale, / E questa collina e questo / Scintillante con le bocche dei cadaveri”.
L’atmosfera di questi versi è la voce che perseguita i corpi dei protagonisti di questo sogno.
BIO ISAKI LACUESTA
(1975, Girona) Regista, sceneggiatore e artista visivo. Ha scritto e diretto nove lungometraggi, l’ultimo dei quali “Segundo Premio” è stato candidato agli Oscar nel 2024. Nel 2018, il Centre Georges Pompidou di Parigi ha dedicato una retrospettiva completa al suo lavoro e ha pubblicato il libro “Le cinéma d’Isaki Lacuesta” (Brice Castanon e Sergi Ramos, ed.). Altre retrospettive complete della sua filmografia si sono tenute alla National Gallery di Washington (2013, “Lacuesta: the artist’s ruse”), alla Cineteca Svizzera (2017), alla Fiilmoteca Española (2018) e alla Cineteca della Catalogna (2019), oltre che in Italia (Festival dei Popoli 2012, Firenze), Francia (Festival di Tolosa 2012), Germania (Festival de T’bingen 2012), Colombia (Cali International Film Festival 2010), Spagna (Canary Mediafest 2010, Âmbitos Cádiz 2012). I suoi film sono stati proiettati in festival di tutto il mondo e in centri d’arte come il MOMA di New York, il Lincoln Center, l’Anthology Film Archives (New York), il CCCB (Barcellona).
Tra gli altri riconoscimenti della sua carriera, ha ricevuto il Premio Nazionale di Cinematografia della Generalitat della Catalogna (2012), il Premio Sant Jordi (2002, 201 7), il Premio Eloy da Igreja (2010, Festival di Malaga).