Il fantino Giovanni Atzeni, detto Tittia, su Violenta da Clodia, ancora vittorioso dopo la Carriera di luglio
La Contrada del Leocorno ha vinto il suo trentesimo Palio: la Carriera dedicata alla Madonna Assunta in cielo.
Giovanni Atzeni, detto Tittia, dopo il Palio vinto lo scorso 2 luglio nel Drago, arriva primo anche con i colori del Leocorno e conquista la sua quarta vittoria consecutiva.
La corsa del cuore, come viene definita, in un lampo di colori e passioni ha trovato la sua esaltante conclusione nella conquista del bellissimo e altrettanto originale drappellone, carico di luce e simboli, realizzato da Andrea Anastasio.
L’attesa, prolungata di un giorno a causa della pioggia caduta copiosamente ieri pomeriggio, rendendo inagibile il tufo, non ha fatto che dilatare le speranze delle 10 contrade e rimandare l’urlo incontrollabile di gioia da parte dei contradaioli del Leocorno dopo quindici anni dall’ultimo trionfo.
Con la Chiocciola di rincorsa tra i canapi si sono allineate: Leocorno, Giraffa, Selva, Valdimontone, Onda, Civetta, Tartuca, Nicchio, Lupa. A partire in testa il Leocorno, inseguito dalla Selva, dal Valdimontone e Giraffa. Alla prima curva di S. Martino è sempre il Leocorno a condurre, inseguito da Selva e Valdimontone. La sequenza si ripeterà per tre giri, fino all’ultima curva del Casato. Inutile l’inseguimento della Selva. E’ Tittia a tagliare il bandierino e a far colorare la Piazza di bandiere e fazzoletti di color bianco e arancio con liste azzurre.
Piazza del Campo, ancora una volta, ha fatto da magnifico contenitore urbano alle emozioni e ai sogni dei senesi. A quel modo unico di rappresentarsi e presentarsi in un presente che è trasposizione di un passato ben vivo nel loro patrimonio genetico. In quella storia mai dimenticata che, con il Palio, viene orgogliosamente rivendicata e comunicata al mondo nella sfilata del Corteo Storico.
Il capitano del Leocorno ha consegnato ai suoi contradaioli il cencio – come viene chiamato a Siena il drappellone – . Lo porteranno in Duomo per ringraziare la Vergine per la vittoria conquistata.
Un momento di gloria che, pur essendo proprietà di un solo popolo, resterà indelebile nel patrimonio culturale della città tutta.