“L’Università e lo Steri. Il racconto del restauro”
Lunedì 4 dicembre, alle 16
Sala Magna | Steri (piazza Marina, 61)
Si inaugura il nuovo allestimento permanente dedicato al percorso di restauro di Palazzo Chiaromonte. Progetti, disegni, schizzi in cinque pannelli fotografici forniti di QRcode per narrare l’intero processo, durato vent’anni, che porterà all’attuale fisionomia del palazzo.
C’è una foto che racconta più di ogni altra il lavoro comune di ingegno che sostenne il progetto di restauro dello Steri: siamo nel 1972 e in uno scatto sgranato in bianco e nero si vedono l’allora rettore Giuseppe La Grutta (subentrato a Giuseppe D’Alessandro), il direttore amministrativo dell’Università Vito Catalano, e gli architetti Roberto Calandra, Camillo Filangeri, Carlo Scarpa, Nino Vicari. Un gruppo di lavoro entusiasmante con Carlo Scarpa affascinato dallo Steri con cui spesso “dialogava a voce alta” come scrisse Vicari. La foto è soltanto un punto d’inizio simbolico per avvicinare la grande mole di disegni e schizzi conservati negli archivi della Soprintendenza, nell’archivio di Roberto Calandra e nella collezione di Architettura del MAXXI; documenti che narrano l’intero processo di restauro, durato vent’anni, dagli anni ’60 a metà anni ’80, che porterà all’attuale fisionomia del palazzo che fu dei Chiaromonte. Da lunedì prossimo un allestimento permanente arricchirà l’abituale percorso di visita, e completerà il racconto iniziato con la storia della dinastia chiaramontana illustrato nei pannelli della sala Terrana del palazzo.
Lunedì 4 dicembre, alle 16 in Sala Magna del complesso monumentale dello Steri (piazza Marina, 61) è in programma “L’Università e lo Steri. Il racconto del restauro”, incontro inaugurale della mostra permanente dedicata al percorso di restauro di Palazzo Chiaromonte. Dopo i saluti del rettore Massimo Midiri e del presidente del SiMuA, Michelangelo Gruttadauria, interverranno Paolo Inglese, delegato per le attività di valorizzazione dei beni culturali dell’ateneo e del brand UniPa; Francesco Lo Piccolo, direttore del dipartimento di Architettura e Paola Barbera, docente di architettura contemporanea all’università di Catania. Alla presentazione si accede solo su prenotazione scrivendo a sistema museale@unipa.it, i posti sono disponibili fino a esaurimento, seguirà inaugurazione libera.
Il progetto della mostra è stato realizzato dal SiMua con la collaborazione della commissione scientifica formata da Paola Barbera, Evelina De Castro, Maria Concetta Di Natale, Emanuela Garofalo, Santo Giunta, Matteo Iannello, Paolo Inglese, Marco Rosario Nobile. L’allestimento della mostra è stato realizzato su progetto dell’architetto Maria Carla Lenzo. L’esposizione, composta da cinque pannelli fotografici arricchiti da QR code, è allestita nel percorso ipogeo che, nelle intenzioni progettuali, collega Palazzo Abatelli con Palazzo Chiaromonte.
Nel 1967 il Demanio dello Stato concesse in uso perpetuo e gratuito il Palazzo Chiaromonte all’Università degli studi di Palermo come sede di rappresentanza del Rettorato, ma solo nel 1972 su iniziativa dell’allora rettore Giuseppe D’Alessandro, l’Ateneo subentrò alla Soprintendenza nella gestione del restauro, affidando l’incarico del nuovo progetto a Roberto Calandra, titolare della cattedra di Restauro dei monumenti. Fu Calandra a coinvolgere Carlo Scarpa convincendolo a collaborare come consulente, al fianco di Nino Vicari, docente di Tecnologia, e Camillo Filangeri, docente di Storia dell’architettura, già parte del gruppo di lavoro con la collaborazione dell’architetto Fabio Lombardo.
Nino Vicari ha scritto che Carlo Scarpa, nei sei anni che precedettero la sua tragica e improvvisa scomparsa (quindi tra il 1972 e il 1978, anno in cui morì per un incidente in Giappone che gli procurò un trauma cranico), venne a Palermo almeno due o tre volte l’anno; e ogni volta trascorreva il suo tempo allo Steri con Calandra e la sua equipe per attingere ispirazione, “dialogando a voce alta con il monumento e con i suoi interlocutori”, suggerendo soluzioni e dettagli, intervenendo a volte per indicare modalità esecutive alle maestranze durante i lavori; e producendo una miriade di schizzi corredati da appunti, che via via diventavano progetto o restavano solo a livello di idee.
I pannelli divulgativi che formano la mostra permanente restituiscono la memoria di quegli anni; vogliono comunicare attraverso immagini e brevi descrizioni, il lavoro e lo studio dei progettisti che con le loro idee hanno suscitato un dibattito acceso che ha segnato sul serio, una svolta nella cultura e nella pratica del restauro.
Grazie alla grande mole di disegni, schizzi e fotografie conservati negli archivi della Soprintendenza, nell’archivio di Roberto Calandra e nella collezione di architettura del MAXXI si è potuto documentare l’intero processo del restauro, dal progetto alla realizzazione dei lavori; compresa una sezione dedicata alle riproduzioni dei disegni con idee di progetto che non sono state realizzate. Il racconto segue un percorso costruito per immagini e una raccolta di commenti critici e frasi, tratte da interviste, lezioni registrate, e scritti degli stessi progettisti. In tutti i pannelli, inoltre sono stati inseriti dei QR-Code con la descrizione dei contenuti e note di approfondimento.