La Fenice: spunti da ‘OTELLO” nell’Incontro al The Gritti Palace in attesa dell’inaugurazione della Stagione Lirica 2024-2025
Il Gritti Palace, uno degli hotel più eleganti e raffinati di Venezia, ospita venerdì 15 novembre alle ore 18.00, l’Incontro di approfondimento che precede la prima di “Otello” al Teatro La Fenice.
“Otello” di Giuseppe Verdi, dramma lirico in quattro atti su libretto di Arrigo Boito, tratto dall’omonima tragedia shakespeariana, inaugurerà la Stagione Lirica 2024-2025 con la regia di Fabio Ceresa, la direzione di Myung-Whun Chung e vedrà in scena artisti di assoluto prestigio come Francesco Meli, al suo debutto nel ruolo del Moro di Venezia. Cinque le recite in programma: 20, 23, 26, 29 novembre e 1 dicembre 2024.
L’appuntamento al Gritti, verrà aperto dall’intervento del Sovrintendente e direttore artistico della Fenice Fortunato Ortombina, che condurrà il pubblico alla scoperta di “Otello”, svelando la genesi della composizione e illustrando questo nuovo allestimento. Prendendo invece spunto dalla trama del capolavoro verdiano, che culmina con l’omicidio di Desdemona, lo scrittore Giancarlo De Cataldo tratterà il tema del femminicidio, dolorosamente attuale e urgente.
De Cataldo è stato magistrato e giudice presso la Corte d’Assise, scrittore, sceneggiatore, collabora con quotidiani, riviste e programmi televisivi, è autore di best seller come “Romanzo Criminale”, da cui è stato tratto un film diretto da Michele Placido e una serie televisiva diretta da Stefano Sollima.
Lo scrittore aveva già legato il suo nome alla Fenice nel 2021, in veste di autore del libretto di “Acquaprofonda”, opera contemporanea per ragazzi sul tema dell’inquinamento dei mari, che tornerà in scena al Malibran tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio 2025.
Il Sovrintendente Fortunato Ortombina, soddisfatto per la grande affluenza e per l’interesse riservato a tutti gli Incontri organizzati dalla Fenice nelle bellissime strutture ricettive della città, ha ribadito che “la Fenice è l’autentica agorà di Venezia, uno dei suoi simboli senza tempo, ma anche
un laboratorio aperto, vivo, mai fermo a celebrarsi, in perenne trasformazione e in costante sinergia con le sue istituzioni, le diverse categorie produttive, i suoi abitanti”.