Multiutility, i risultati del sondaggio sui consumatori toscani: il progetto è poco conosciuto e compreso, predilezione per una gestione pubblica dei servizi, esigenza di maggior coinvolgimento, interesse prioritario per la questione bollette.
Fabio Berni (Cgil Toscana) e Laura Grandi (Federconsumatori Toscana): “Bisogna aumentare la partecipazione delle persone. Serve una gestione efficiente, con il massimo dei servizi e una forte attenzione alle tariffe e al lavoro. No alla quotazione in borsa, sì a un soggetto pubblico”
Firenze, 10-1-2025 – Nel corso dell’ultimo anno, il tema della Multiutility in Toscana ha occupato pagine di giornali, attenzione dei media, dibattito della politica e delle amministrazioni comunali coinvolte. Federconsumatori Toscana si è chiesta cosa abbiano percepito i cittadini e se abbiano davvero contezza di quale progetto sia in ballo.
IL QUESTIONARIO
Federconsumatori Toscana ha posto una serie di domande ad un campione di 475 iscritti, che dal primo aprile 2024 al 30 novembre 2024 si sono recati agli sportelli dell’associazione (145 sono persone tra i 25/35 anni, 107 sono persone tra i 35/45 anni, 109 sono persone tra i 45/55 anni, 114 sono persone tra 55/75 anni.
Alla prima domanda, “Quando si parla di Multiutility, che cosa si intende?”, il 54% ha detto di non conoscere il contenuto dell’operazione, il 22% ha detto di conoscere il contenuto dell’operazione, il 24% ha detto di aver appreso dai giornali o dalla stampa la notizia, ma di non aver approfondito questo argomento.
Alla seconda domanda, “Siete favorevole all’aggregazione di servizi come acqua, energia e rifiuti?”, il 33% ha detto di essere favorevole per avere un risparmio sulle bollette, il 49% ha detto di sentirsi più tutelati da una gestione pubblica dei servizi, il 18% ha detto che può rappresentare un’opportunità, ma non ne è sicuro.
Alla terza domanda, “Quale è la vostra preoccupazione maggiore rispetto ad un progetto simile?”, il 57% ha risposto di temere operazioni a tavolino, senza la partecipazione dei cittadini, il 37% ha risposto di temere che le tariffe subiscano un aumento, il 5% ha risposto di non immaginare le controindicazioni.
Alla quarta domanda, “Quali servizi di pubblica utilità ritiene maggiormente importante per una comunità?”, il 52% ha risposto il servizio idrico, il 27% il servizio dell’energia, il 21% ha risposto lo smaltimento dei rifiuti
IL COMMENTO
Secondo Fabio Berni della segreteria Cgil Toscana e Laura Grandi, presidente Federconsumatori Toscana, “il progetto di Multiutility può rappresentare un’opportunità per il territorio dal punto di vista economico, ambientale, sociale, ma è fondamentale garantire la massima partecipazione dei cittadini, evitando di caratterizzare il percorso come una mera operazione della politica. La sensazione che avevamo, di poca informazione e coinvolgimento della cittadinanza, viene confermata dal questionario, dove il dato più eclatante è stato proprio la mancanza di idee chiare da parte dell’utente finale, che dovrebbe essere anche il beneficiario di questa operazione”. Berni e Grandi rilevano come “un aspetto importante sottolineato dai cittadini sia quello relativo alla questione delle tariffe. Il progetto di costruzione della Multiutility dovrebbe dare trasparenza ai pro e ai contro, ai benefici auspicati e ai rischi da evitare, soprattutto alla luce del fatto che energia, acqua e rifiuti sono oggi ancor più strategici per l’economia e lo sviluppo dei territori, la salvaguardia dell’ambiente e del lavoro e le tasche dei cittadini. Serve una gestione efficiente che estenda i servizi ai cittadini e garantisca una forte attenzione al costo delle bollette”.
Berni e Grandi ribadiscono poi la contrarietà alla quotazione in borsa della Multiutility: “I servizi pubblici essenziali su acqua, energia e rifiuti non possono essere ricondotti alle logiche di mercato e alle speculazioni private, e le condivisibili preoccupazioni di approvvigionamento finanziario potrebbero essere risolte con meccanismi diversi, attraverso una garanzia pubblica regionale da concedere a tutti i cittadini che vogliano investire i propri risparmi nel progetto, coi cosiddetti green bond o obbligazioni regionali. E’ inoltre indispensabile operare per garantire un effettivo contenimento tariffario. Obiettivo difficilmente perseguibile per la natura stessa di una società quotata in borsa che consentirebbe agli azionisti, in presenza di utili, semplicemente di fare cassa”.
Per Cgil Toscana e Federconsumatori Toscana è centrale anche il tema della partecipazione e quello della scelta del soggetto pubblico, oltre a quello della tutela del lavoro e della qualità del lavoro: “Un’operazione così importante non può prescindere da un reale processo partecipativo. Così come è fondamentale l’effettivo governo del soggetto pubblico. Una gestione pubblica di questi servizi sarebbe più idonea ad assolvere il compito di effettuare investimenti e, allo stesso tempo, restituire valore all’utente, rendendo così più sostenibile il costo dei servizi per la stessa utenza. La privatizzazione impedirebbe l’adozione di politiche mirate a restituire valore agli utenti, valore che verrebbe legittimamente rivendicato dagli azionisti. Infine, il tema essenziale del lavoro: nel progetto Multiutility va tutelata l’occupazione e la qualità del lavoro di chi è impiegato in questi servizi, in modo diretto o in appalto, a vantaggio anche della qualità dei servizi stessi”.