«Creare l’Istituto Italiano sull’Invecchiamento. Servono ricerca e soluzioni innovative per affrontare l’eccezionale sfida demografica dell’Italia»
L’iniziativa presentata al Ministero della Salute nel convegno Age-It il programma di ricerca guidato dall’Università di Firenze e finanziato dal PNRR: la più importante ricerca mai fatta in Europa sul futuro della popolazione
Schillaci: «L’invecchiamento è una tematica cruciale e la creazione di un Istituto Italiano sull’Invecchiamento può contribuire ad affrontare le sfide che abbiamo davanti»
Creare l’Istituto Italiano sull’InvecchiamentoI3 per affrontare l’eccezionale sfida demografica dell’Italia e dare al Paese una visione del futuro della popolazione e soluzioni innovative per essere competitivo sullo scenario globale, sostenibile e in salute, inclusivo per tutte le età e con il giusto equilibrio intergenerazionale.
È questo il senso dell’incontro che si è svolto oggi al Ministero della Salute alla presenza del Ministro, Orazio Schillaci, del Viceministro del lavoro e delle politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, di Monsignor Vincenzo Paglia, Presidente Pontificia Accademia per la Vita e Presidente della Fondazione Età Grande, della Rettrice dell’Università di Firenze, Alessandra Petrucci e di molti esponenti delle istituzioni, dell’università e della ricerca.
Nonostante la peculiarità demografica e malgrado i traguardi raggiunti negli studi sulla longevità, l’Italia difetta di un centro scientifico di eccellenza sulla ricerca e la raccolta dati, sulla prevenzione e l’invecchiamento attivo, sull’analisi multidisciplinare di soluzioni e il disegno di politiche d’intervento. Francia, Gran Bretagna, Germania, Portogallo, Paesi Bassi e quasi tutti i Paesi europei hanno un’istituzione dedicata. Una nazione giovane come il Canada ne ha fondato uno più di 20 anni fa e quello statunitense, il National Institute on Aging (NIA), è un punto di riferimento per tutti da mezzo secolo.
«Ci siamo chiesti se fosse possibile partire da un approccio diverso: vedere la trasformazione in atto anche come un’opportunità e non solo come uno scenario negativo e abbiamo pensato di costruire qualcosa che potesse essere un riferimento a livello nazionale e internazionale» ha dichiarato Alessandra Petrucci. A fare da premessa e intelaiatura scientifica alla creazione dell’Istituto Italiano sull’Invecchiamento I3 è stato il lavoro portato avanti da Age-It (www.ageit.eu), il programma di ricerca guidato dall’Università di Firenze e finanziato dal PNRR: la più importante ricerca mai fatta in Europa sul futuro della popolazione con più di 800 ricercatori, una rete di oltre 20 atenei che va da Nord a Sud, centri di ricerca, aziende e istituzioni.
«Ma dobbiamo anche contrastare l’ageismo e dare un senso nuovo agli anni in più che ci sta regalando la scienza. Se gli anziani vengono considerati sostanzialmente inutili, in una società fatta soprattutto di anziani ci rassegniamo all’idea che il futuro del nostro Paese sia inutile. È una prospettiva inaccettabile che va ribaltata» ha spiegato ancora la Rettrice.
«L’invecchiamento è una tematica cruciale e la creazione di un Istituto Italiano sull’Invecchiamento può contribuire ad affrontare le sfide che abbiamo davanti dovute all’andamento demografico e all’impatto sociale e sanitario che ne deriva. L’invecchiamento attivo è stato uno dei temi portanti del G7 della salute. Il futuro della popolazione italiana al centro anche del lavoro di Age-It è una responsabilità che chiama in causa tutti» ha dichiarato nel suo intervento il Ministro della Salute, Orazio Schillaci.
«La Riforma in favore delle Persone Anziane, voluta dal Governo Meloni e varata in tempi record, è un testo storico, che ha colmato un vuoto legislativo andando a riconoscere i diritti dei 14 milioni di anziani che vivono in Italia – ha affermato il Viceministro Bellucci –. Oggi, attraverso il Comitato interministeriale per le Politiche in favore della popolazione Anziana (CIPA), di cui sono delegata a presiedere i lavori, come Governo portiamo avanti il nostro impegno per la programmazione di efficaci politiche nazionali in favore dei nostri anziani, con particolare attenzione ai fragili e ai non autosufficienti. L’Italia è infatti la prima Nazione in Europa per popolazione anziana e questo dato di realtà ci spinge a lavorare con determinazione affinché ciascuno possa vivere in modo dignitoso questa preziosa stagione della vita. La sfida demografica, quindi, rimane tra i temi in cima all’agenda del nostro Governo, e certamente la creazione dell’Istituto Italiano sull’Invecchiamento può essere uno strumento efficace per avere una visione del fenomeno più attenta e complessiva».
Le dieci aree di ricerca
Dieci gruppi di lavoro (SPOKE) con dieci aree di ricerca hanno presentato i risultati dei loro studi e le loro proposte innovative: dalla demografia, che ha analizzato per la prima volta l’impatto della Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) sulle nascite in Italia anche alla luce dei LEA appena entrati in vigore che prevedono la copertura per numerose prestazioni per la procreazione; all’intelligenza artificiale utilizzata per prevedere i fattori di decadimento cognitivo; dall’impatto dell’inquinamento sulle patologie neurologiche degli anziani alle mutazioni del mercato del lavoro nel Paese con meno giovani in Europa; dalle sperimentazioni terapeutiche per contrastare l’invecchiamento cellulare alle proposte per la sostenibilità del sistema previdenziale; dal ripensamento dell’assistenza ai non autosufficienti, alla formazione dei caregiver e alla tutela della loro condizione psicologica. E poi nuove evidenze in tema di dieta, esercizio fisico, stimolazione cognitiva, socializzazione e controllo dei fattori di rischio vascolari, innovative soluzioni per ripensare case e spazi urbani, un nuovo approccio del mercato che valorizzi la silver economy e l’esordio dell’indice di giustizia intergenerazionale che misura lo sbilanciamento a favore dei diversi gruppi sociali in Italia e nella UE.