Sui brevetti dei vaccini anti Covid la Merkel, in compagnia della Cina cosiddetta comunista, si schiera contro Biden.
È la santa alleanza di tutti coloro che fanno del mercato l’unico orizzonte della società.
Anche le multinazionali del farmaco ovviamente sono contrarie alla liberalizzazione dei brevetti.
Draghi e Macron invece sono possibilisti. Speranza e di Maio chiedono di passare ai fatti.
Intanto, nel mondo il 10 per cento della popolazione si è già assicurato più del 50 per cento dei vaccini.
A dominare sembrano davvero essere l’avidità e il profitto.
Eppure ci sono enormi ragioni etiche ma anche sanitarie a favore di una maggiore produzione e di un costo dei vaccini accessibile a tutti.
Gli scienziati dicono che quando si parla di immunità di gregge non possiamo che riferirsi al gregge umano, perché ci sono le varianti del virus che possono svilupparsi e che rapidamente si propagano in tutto il mondo.
Presto, si vedrà se nel mondo comandano la finanza e le multinazionali del farmaco o se invece di fronte al problema della salute di tutti, veramente di tutti, prevarranno le ragioni dell’umanità.
Biden, sostenuto con grande impegno da Sanders, ha fatto una scelta giusta e coraggiosa.
Ora la battaglia è in Europa e al prossimo summit nel fine settimana dei leader europei a Oporto.
Il Parlamento europeo, a marzo, aveva già votato a favore della liberalizzazione dei brevetti.
Vediamo se conterà di più l’opinione della maggioranza democraticamente rappresentata dai cittadini europei o i veti del un capo di governo della Germania.
Ancora una volta c’è bisogno di un’Europa più federale, democratica e sociale. Questa è la battaglia che dobbiamo fare come sinistra.