Il 65% dei casi ha interessato donne con età media di 48 anni
Sono 34 i casi di trombosi segnalati in Italia dopo la somministrazione di dosi del vaccino AstraZeneca. In 22 casi, secondo le news dell’Aifa, i soggetti coinvolti sono donne di età media di 48 anni. Gli altri 12 casi sono relativi a uomini di età media di circa 52 anni. Come è noto, il farmaco è stato raccomandato per soggetti di età superiore ai 60 anni.
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I dati relativi ai casi di trombosi sono inseriti nel quarto Rapporto di farmacovigilanza sui vaccini Covid-19 pubblicato dall’Aifa. Il rapporto è relativo alle segnalazioni di sospetta reazione avversa registrate nella Rete nazionale di farmacovigilanza tra il 27 dicembre 2020 e il 26 aprile.
Nel dettaglio, in Italia finora sono state inserite nella rete nazionale di farmacovigilanza 29 segnalazioni di trombosi venose intracraniche e 5 casi di trombosi venose in sede atipica, segnalate dopo la somministrazione del vaccino anti-Covid Vaxzevria di AstraZeneca.
La maggior parte di questi eventi (22 casi, 65%) ha interessato le donne con un’età media di circa 48 anni e solo in un terzo dei casi circa gli uomini (12 casi, 35%) con un’età media di circa 52 anni. Il tempo medio di insorgenza è stato di circa 8 giorni dopo la somministrazione della prima dose. “La valutazione dei casi italiani di trombosi venosa intracranica e atipica in soggetti vaccinati con Vaxzevria – osserva l’Aifa in una nota – è in linea con le conclusioni della procedura dell’Agenzia europea dei medicinali”.
Vaccini e reazioni avverse
Tra il 27 dicembre 2020 e il 26 aprile 2021 per i quattro vaccini in uso nella campagna vaccinale in corso sono pervenute 56.110 segnalazioni su un totale di 18.148.394 dosi somministrate (con un tasso di segnalazione di 309 ogni 100.000 dosi), di cui il 91% sono riferite a eventi non gravi, che si risolvono completamente, come dolore in sede di iniezione, febbre, astenia/stanchezza, dolori muscolari. E’ quanto emerge dal quarto Rapporto di farmacovigilanza sui vaccini Covid-19 pubblicato dall’Agenzia italiana del farmaco, relativo alle segnalazioni di sospetta reazione avversa registrate nella Rete nazionale di farmacovigilanza.
Come riportato nei precedenti rapporti – riferisce l’Aifa – gli eventi segnalati insorgono prevalentemente lo stesso giorno della vaccinazione o il giorno successivo (85% dei casi). La maggior parte delle segnalazioni sono relative al vaccino Comirnaty* (75%) di Pfizer/BioNTech, finora il più utilizzato nella campagna vaccinale (70,9% delle dosi somministrate), e solo in minor misura al vaccino Vaxzevria* di AstraZeneca (22%) e al vaccino Moderna (3%), mentre non sono presenti, nel periodo considerato, segnalazioni relative a Covid-19 Vaccino Janssen, J&J (0,1% delle dosi somministrate).
L’approfondimento a livello nazionale di queste segnalazioni – ricorda l’Aifa – è condotto con il supporto di un ‘Gruppo di lavoro per la valutazione dei rischi trombotici da vaccini anti-Covid-19’, costituito da alcuni dei massimi esperti nazionali di trombosi ed emostasi.
Terapia monoclonale
In Italia finora sono stati 4.468 i pazienti Covid trattati con anticorpi monoclonali e inseriti nell’apposito registro di monitoraggio realizzato dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Dunque, in quasi due mesi, ovvero dal 10 marzo, quando questi farmaci specifici sono stati autorizzati in via emergenziale in Italia per persone particolarmente fragili con infezione recente da Sars-Cov-2 e senza sintomi gravi, al 6 maggio, data di aggiornamento del report di monitoraggio dell’Aifa, pubblicato oggi sul sito dell’agenzia – sono state 181 le strutture di 20 Regioni o Province autonome che hanno prescritto queste terapie. Dall’inizio del monitoraggio, in numeri assoluti il Veneto risulta la Regione con il maggiore utilizzo con 668 pazienti trattati, seguito dal Lazio (582) e dalla Toscana (524), mentre agli ultimi posti ci sono la Provincia autonoma di Trento (20) e il Molise con 10 pazienti inseriti nel registro. Fino ad oggi, la maggior parte dei pazienti trattati (2.527), ha ricevuto la combinazione dei due anticorpi Bamlanivimab ed Etesevimab. In particolare, nella settimana dal 30 aprile al 6 maggio, oggetto del Report, sono state 759 le prescrizioni effettuate, con una media di circa 108 al giorno, in calo rispetto alla settimana precedente quando erano state 124 al giorno). Inoltre, rispetto alla popolazione residente nell’ultima settimana monitorata sono state utilizzate 12,7 dosi per ogni milione di abitanti in Italia, in calo rispetto alle 14,6 dosi della settimana precedente.