Peste Suina Africana: preoccupazione degli allevatori del Friuli Venezia Giulia
Massima allerta e determinazione nella prevenzione, chiede David Pontello, di Confagricoltura Fvg
«Il focolaio di Peste Suina Africana (PSA) scoperto nei giorni scorsi in provincia di Alessandria (Piemonte), ci preoccupa molto», dice David Pontello, responsabile del comparto suinicolo di Confagricoltura Fvg. «È la prima volta che l’infezione si manifesta sul territorio italiano (Sardegna esclusa) e ciò comporta a esempio, che alcuni Paesi hanno già bloccato le loro importazioni di carne e trasformati suini nazionali (Cina, Giappone, Taiwan, Serbia), considerando la nostra Penisola non più “indenne da PSA”, con gli immaginabili contraccolpi economici per l’intera filiera suinicola, insaccati e salumi compresi. Difatti, già questo provoca una perdita di circa 20 milioni di euro al mese, per il comparto nazionale. Se verrà confermato, come già indicato dall’Istituto Zooprofilattico dell’Umbria e delle Marche, Centro di referenza nazionale per le malattie da pestivirus, che l’origine dell’infezione (altamente contagiosa, ma non trasmissibile agli esseri umani) proviene da una o più carcasse di cinghiali infetti, si ripropone la tematica, anche per la nostra regione, del controllo non solo dello stato sanitario dell’intera popolazione suinicola e della fauna selvatica, ma della numerosità della popolazione dei cinghiali. Certamente, in passato la nostra Regione ha già pianificato degli interventi di controllo degli allevamenti (sostegno alle misure di biosicurezza) e limitazione della proliferazione dei selvatici, ma a questo punto c’è da chiedersi se le misure adottate siano state sufficienti o, nell’ottica di quanto sta accadendo, vadano implementate. Il Friuli Venezia Giulia, a questo punto, si trova al centro di tre diversi focolai epidemici: quelli provenienti da Est (Polonia, Slovacchia, Romania, Serbia, Ungheria), da Nord (Belgio e Germania) e, ora, quelli ora provenienti da Ovest (Piemonte e Liguria). Se è vero, come dicono alcuni specialisti, che il virus si sposta alla velocità di 3-5 km all’anno, il tempo per agire con efficacia deve subire necessariamente un’accelerazione per tutelare un comparto che vale l’8,5 per cento della Plv agricola regionale. In questa fase, poi – conclude Pontello – è anche fondamentale il rigore delle informazioni ai consumatori, evitando altresì qualsiasi speculazione commerciale».