È lecito domandarsi quali direzioni prevalgono nell’evoluzione linguistica contemporanea; una spinta senza dubbio efficace all’italianizzazione è stata impressa da giornalismo quotidiano e periodico, dalla radio dalla televisione mass media di Maggiore diffusione. Non è azzardato sostenere che ai nostri giorni le spinte verso standardizzazione linguistica è l’espansione della lingua comune sono bilanciate da forze disegno diverso che agiscono, Se non verso una possibile rivitalizzazione dei dialetti, Almeno verso un rafforzamento delle varietà regionali ed italiano. La mobilità della popolazione all’interno del paese è molto diminuita negli ultimi anni in seguito a novità oggettive quali la saturazione delle Metropoli settentrionali è il cambiamento di Rota dello sviluppo economico sociale italiano, dopo l’esaurirsi del cosiddetto Boom economico il miracolo italiano, degli anni cinquanta a cui si collegava l’ondata migratoria dal sud al nord, forse anche in conseguenza di mutamenti soggettivi, nel senso di una minore disponibilità a cercare lavoro lontano dalla propria residenza appunto con l’attuazione dell’ordinamento regionale si sono affermate spinte di carattere regionale o addirittura Municipale in varie settori; si va dalla tendenza alla regionalizzazione del servizio militare, ai numerosi movimenti di origine intellettuale di presa variabile, che è rivalutano la cultura folklorica, i dialetti, le tradizioni locali, considerati non il regime di coesistenza pacifica con le correnti culturali nazionali e internazionali, Ma come una antitesi polemica che oppone ciò che è strettamente popolare e autentico a ciò che viene ritenuto coazione Imposta dall’alto è il livellamento disumano punto in un articolo pubblicato sulla rivista gobettiana il Baretti Eugenio Montale ha scritto, A proposito del rapporto tra lo scrittore virgole pubblico e la tradizione letteraria: “un primo dovere potrebbe essere Dunque nello sforzo verso la semplicità e la chiarezza, a costo di sembrare poveri. In Italia non esiste, quasi, forse non esisterà mai, una letteratura civile, colte e Popolare insieme; questa manca come e perché manca una società mediana, un abito, un giro di consuetudini non volgari: come a dire un diffuso benessere e comfort intellettuale e senza cime ma senza vaste bassure troppo lavoro rimane da compiere oggi ed è un ingrato Travaglio Senza luce e senza gioia la creazione di un tono, di una lingua di Intesa che Ci leghi alla folla per cui si lavora in ascoltati, che ci conceda l’uso del sottinteso e della allusione, e la speranza di una collaborazione: la creazione di un centro di risonanza che permetta alla poesia di tornare ancora a costruire il decoro al Vasto vanto del nostro paese, e non più una solitaria vergogna individuale “. Sembra di vedere riprese a mezzo secolo di distanza, le osservazioni ascoliane sulla scarsa densità della cultura in Italia, e la coincidenza è tanto Più significativa Se si tiene presente che in quegli anni Montale non conosceva ancora lo scritto dell’Ascoli 1976. Per quale motivo, dopo che l’età giolittiana ha segnato una diffusione così cospicua dell’italiano, Montale si esprime in termini che si possono riannodare alla proemio del 1873? Per di più altre testimonianze si scaglionano su un arco di tempo ancora più ampio: una dichiarazione abbastanza simile è stata fatta da moraya nel 1964,00 mentre le parole di Montale possono essere accostate anche ad un passo della letteratura manzoniana al fauriel del 1821:” Il manque completementa ce pauvre ecrivain ce sentiment pour ainsi direde communion avec son lecteur,cette certitude de manier un istrument egalement connu de tous les deux”. Sono convinzioni analoghe espresse in momenti profondamente diversi della storia e diffusione dell’italiano. Queste testimonianze riguardano il problema della scrittura letteraria, ma quest’ultima va collocata nel contesto complessivo della situazione linguistica dato che non esiste una lingua letteraria separata dalla lingua comune. Il perdurante disagio degli scrittori che attraversa il progresso realizzatosi negli ultimi 160 anni in materia di istruzione scolastica è di diffusione della lingua, è una spia significativa di una difficoltà ricorrente della cultura italiana moderna l’estinzione dell’italiana dell’alfabetizzazione è Infatti la base della diffusione della cultura la condizione necessaria Ma non sufficiente lingue e cultura sono un nodo di cui non conviene confondere i figli: la crisi della scuola e gli sbandamenti culturali dei nostri anni lo stanno dimostrando. Le ragioni e i modi di un intreccio che è insieme distinzione, come aveva visto benissimo Manzoni, sono il fondamento di queste coincidenze di lungo periodo