Oggi la riunione del Consiglio dei ministri: si valuta un meccanismo per allentare le misure in base ai contagi e ai dati
Nuove misure e regole anti-Covid in Italia, attese oggi dal Consiglio dei ministri. Le nuove norme sono destinate a sostituire quelle che scadono il 6 aprile, dopo Pasqua e Pasquetta che l’Italia trascorrerà in zona rossa. Il premier Draghi ha già fatto sapere che le misure dipenderanno da un’attenta analisi dell’andamento dei contagi. Fonti di Palazzo Chigi spiegano che nel decreto legge dovrebbe essere previsto un meccanismo che, da una data ‘x’ in poi e in presenza di dati “molto positivi”, potrebbe permettere un allentamento delle misure. La norma in questione – che tuttavia non dovrebbe espressamente menzionare le aree ‘gialle’ – potrebbe consentire già in aprile degli alleggerimenti delle misure anti-Covid, degli “sprazzi di giallo”, chiariscono le stesse fonti.
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Una novità che spiazza il fronte dei rigoristi -formato da Pd, M5S e Leu- e che oggi, in Cdm, potrebbe dar fuoco alle polveri. “Se la norma ci sarà è tutto da vedere – dice infatti un ministro di peso all’Adnkronos – anche se è un’informazione trapelata da Palazzo Chigi, ci sarà bisogno di passare dal Cdm per introdurla”. Dunque, “nulla è deciso”. Il meccanismo per allentare la morsa delle misure anti-Covid? “Non mi risulta affatto”, risponde un altro ministro interpellato al riguardo.
Tra le poche certezze, a poche ore da un Consiglio dei ministri che varerà un provvedimento decisivo per il Paese, è che nella riunione di oggi arriverà anche la norma, attesissima, per evitare che operatori sanitari no vax infettino pazienti in corsia o più in generale nei luoghi di cura o anziani nelle Rsa. Non è ancora chiaro se si tratterà di un decreto ad hoc o se le norme in questione -a cui ha lavorato in primo luogo la ministra della Giustizia Marta Cartabia- troveranno posto nel dl contenente le misure anti-contagio.
Probabilmente, spiegano fonti di governo, la norma non arriverà a prevedere il licenziamento per chi rifiuta il vaccino, ma potrebbe introdurre l’interdizione dalle mansioni o lo spostamento in aree o uffici per evitare il contatto diretto dei ‘no vax’ con i pazienti. Prevedendo anche sanzioni ad hoc per le strutture che non intervengono sui sanitari che non si sottopongono alla somministrazione del vaccino.
Sul tavolo anche il nodo dei viaggi all’estero. Il ministro Speranza ha firmato un’ordinanza che dispone, per arrivi e rientri da Paesi dell’Unione Europea, tampone in partenza, quarantena di 5 giorni al rientro e ulteriore tampone alla fine dei 5 giorni per chi viaggia a Pasqua.
Il presidente del Consiglio condivide, lo spirito dell’ordinanza è quello di agire come “forte deterrente” agli spostamenti. I Paesi dove è possibile andare ‘senza necessità di motivazione’, quindi anche per viaggi di piacere, sono 30, tra questi Spagna, Belgio, Croazia, Portogallo, Grecia, Francia, Germania e Principato di Monaco.
La possibilità di raggiungerli non è certo una novità, era già prevista dai decreti precedenti, ma nelle ultime ore, cavalcato da Giorgia Meloni e Matteo Salvini, ha finito per trasformarsi in un potenziale boomerang per il governo, alle prese con misure che non allentano affatto la stretta in atto. Eppure, su questo fronte, un timido spiraglio si apre, con la mano tesa del premier a chi più nel governo -vedi Lega e Fi- chiede a gran voce che non si mettano al bando le zone gialle fino al 30 di aprile.
Già nella cabina di regia di venerdì scorso Draghi aveva preso l’impegno di un check a metà mese sui dati, per valutare la possibilità di ripristinare le aree gialle. Ora fa un passo in più per calmierare anche il fronte dei governatori che spira forte sul fuoco con in prima linea Luca Zaia, Massimiliano Fedriga e Giovanni Toti.