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Home»CRONACA»Biglietti alle stelle, precari e studenti fuori sede costretti a non rientrare a casa
CRONACA

Biglietti alle stelle, precari e studenti fuori sede costretti a non rientrare a casa

Marina PellitteriBy Marina Pellitteri18 Novembre 2021Nessun commento6 Mins Read
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SCUOLA – Precari fuori sede e vincolati, a Natale per tornare da Nord a Sud spenderanno 400 euro di biglietto aereo solo andata: c’è chi rinuncia. Anief: è intollerabile, bisogna cambiare la legge

Quest’anno per diverse migliaia di docenti e Ata sarà dura tornare al Sud per le feste di Natale: alle spese per vitto e alloggio, che in certi casi superano i mille euro al mese, dovranno infatti sommare il costo del viaggio e non si tratta di “briciole” perché uno solo biglietto di andata, per esempio verso la Sicilia, difficilmente è al di sotto delle 400 euro. A scriverlo è oggi Orizzonte Scuola: la rivista specializzata, dopo avere svolto un’indagine sui lavoratori della scuola fuori sede e scoperto che “alla fine spendono per le spese ordinarie (affitto o mutuo, trasporti, utenze, spese alimentari) quasi l’intero stipendio”, stamane ha pubblicato un secondo studio, dal quale risulta che “per i lavoratori del Sud che lavorano al Nord, tornare in famiglia per le feste natalizie diventa sempre più difficile a causa dei prezzi elevati dei biglietti aerei nelle principali tratte del territorio. E se alcuni decidono di faticare con treni e viaggi in auto, molti invece preferiscono rinunciare”.

Anief ribadisce che quello di cambiare le regole sulla mobilità, con l’abolizione dei vincoli incostituzionali che ad oggi negano il diritto alla famiglia, è un obiettivo da centrare a tutti i costi: negare il diritto alla famiglia in cambio di una continuità didattica tutta da dimostrare e lasciando i precari della scuola con stipendi da fame, privi di indennità che in altri comparti di lavoro sono concessi, è una condizione non più tollerabile, contro la quale stiamo agendo su più fronti, ad iniziare da appositi emendamenti nella Legge di Bilancio fino alla possibilità di ricorrere al giudice con l’azione legale affidata a legali individuati dallo stesso sindacato autonomo.

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, spiega che “il voler confermare i vincoli alla mobilità, a prescindere, viola il diritto a ricongiungersi alla famiglia: è una decisione che in presenza di posti liberi diventa un vero sopruso. Allo stesso modo, bisogna ripristinare le assegnazioni provvisorie annuali dopo aver ottenuto il riconoscimento delle assegnazioni temporanee previste per i genitori con figli fino a tre anni. Tutto questo è tra l’altro gratuito, dal momento che la conferma del docente, curricolare o di sostegno, non garantisce il mantenimento dello stesso sulla stessa classe dell’anno passato. Apprendere, infine, che questi precari bruciano quasi il loro stipendio per vitto, alloggio e trasporti – conclude Pacifico – è una notizia che ci addolora e incita a combattere ancora più strenuamente questo stato di cose”.

Mentre la politica continua a mantenere in vita l’articolo della Legge 159/19, non andando oltre alla riduzione da 5 a 3 anni del vincolo sui trasferimenti per i neo immessi in ruolo grazie al Decreto Legge n. 73/2021, un alto numero di lavoratori della scuola, tra insegnanti, amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici, ma anche dipendenti su altri ruoli, deve fare i conti con la lontananza da casa. Una condizione che diventa intollerabile in presenza di una pandemia importante e pericolosa come quella che stiamo vivendo e assurda nei tanti casi in cui i posti per collocare i neo assunti sono disponibili e vanno a supplenza. La stampa specializzata descrive bene la situazione di “docenti e gli ATA fuori sede che provengono dalle regioni meridionali. In particolar modo pensiamo agli insegnanti costretti a lavorare fuori sede a causa dei vincoli della mobilità”. Per loro “quest’anno, a quanto pare, la situazione voli resta alquanto complicata. Le tratte principali tipiche del rientro di fine anno, da Roma, Milano e Torino verso la Sicilia, ad esempio, hanno raggiunto già prezzi esorbitanti”.

Anche La Repubblica si è soffermata sul problema, scoprendo che “prenotare un volo Milano- Palermo senza scali con partenza il 23 dicembre e ritorno il 7 gennaio” ha un costo di “373,99 a persona. Per spendere meno di 200 euro, l’alternativa è prevedere scali a Tolosa o a Budapest”. Quest’anno i costi sono saliti alle stelle. Soprattutto per chi ha deciso di prenotare i biglietti solo ora. “L’anno scorso, in realtà, la stessa tratta prenotata a fine novembre, costava 39,99 nel pieno delle misure restrittive a causa della pandemia e con le tratte sociali per i residenti appena lanciate”. Il problema è generale: “da Milano a Catania, nelle stesse date senza scali, il costo è di 338,08 euro a testa”. Addirittura la tratta Torino- Catania, attualmente con date dal 23 dicembre al 7 gennaio, costa 449,09 euro”.

Come spiegato i giorni scorsi dalla rivista Orizzonte Scuola, “i famosi vincoli di permanenza sulla stessa sede dei docenti” da superare sono due: “abbiamo i docenti della scuola Secondaria di I e II grado assunti dalle graduatorie di merito del concorso straordinario 2018, per i quali si applica l’articolo 13 comma 3 del D.lgs 59/2017, come modificato dalla Legge n. 145/2018”; come abbiamo da risolvere “il vincolo degli insegnanti immessi in ruolo nell’anno scolastico 2020/21, qualunque sia la procedura utilizzata per il loro reclutamento e a prescindere dall’ordine o grado di istruzione di assunzione”.

Nel primo caso, i docenti della secondaria assunti con il concorso straordinario del 2018, si stabilisce che “il docente è tenuto a rimanere nella predetta istituzione scolastica, nel medesimo tipo di posto e classe di concorso, per almeno altri quattro anni, salvo che in caso di sovrannumero o esubero o di applicazione dell’articolo 33, commi 5 o 6, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, limitatamente a fatti sopravvenuti successivamente al termine di presentazione delle istanze per il relativo concorso”.

Nel secondo caso, gli immessi in ruolo dall’anno scolastico 2020/21, come esplicitato nel comma 17-octies dell’art. 1 del D.L. n. 126/2019, coordinato con la Legge di conversione n. 159/2019, è previsto che a partire “dall’anno scolastico 2020/2021, i docenti a qualunque titolo destinatari di nomina a tempo indeterminato possono chiedere il trasferimento, l’assegnazione provvisoria o l’utilizzazione in altra istituzione scolastica ovvero ricoprire incarichi di insegnamento a tempo determinato in altro ruolo o classe di concorso soltanto dopo cinque anni scolastici di effettivo servizio nell’istituzione scolastica di titolarità, fatte salve le situazioni sopravvenute di esubero o soprannumero”.

L’indagine di Orizzonte Scuole sulle spese sostenute dai docenti e Ata fuori sede:

PER APPROFONDIMENTI:

GREEN PASS – Durerà 12 mesi, Anief: rimane l’inganno dell’obbligo per docenti e Ata che presenterà il conto, con lo sciopero manderemo un segnale al Governo

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Marina Pellitteri

Marina Pellitteri direttore responsabile ed editore Aletheia Online

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