“Siamo orgogliosi del lavoro fatto questa mattina che conclude un lavoro lungo e complicatissimo perché abbiamo catturato l’ultimo stragista del 1992-’93 – ha detto De Lucia rivolgendosi ai giornalisti – Era un debito con le vittime di quegli anni e questo debito è stato parzialmente saldato. Rivolgo un riconoscimento e affetto verso l’arma dei carabinieri, verso il Ros e verso tutti coloro i quali sono intervenuti per il modo con cui è stato condotto il lavoro finale coordinati dall’aggiunto Paolo Guido. I militari sono intervenuti con le divise per dare un senso di sicurezza alle tante persone presenti e di presenza dello Stato catturando un latitante pericolosissimo e senza neanche l’utilizzo delle manette”.
La cattura
“L’intervento di oggi si è sviluppato su più fasi – hanno spiegato gli investigatori – Attraverso delle attività tecniche avevamo avuto contezza che il presunto latitante stesse arrivando presso la struttura sanitaria, ed è scattato un sistema che era stato messo a punto su più livelli. Nei pressi della clinica il latitante è stato individuato e bloccato insieme al suo complice. Il latitante si è palesato subito nella sua identità, e guardandolo c’era anche poco da verificare, il volto è quello che ci aspettavamo di trovare”.
Per quanto riguarda il documento trovato in possesso del boss trapanese “sembra un documento autentico” ma su questo “aspettiamo i primi accertamenti per dare risposte”.
Ci si chiede se il capomafia avesse goduto di complicità all’interno della clinica, a tal proposito gli investigatori hanno affermato:”Allo stato attuale non abbiamo elementi che ci portino a pensare a partecipazione da parte del personale della clinica”.