Un intervento di pittura urbana di Igor Scalisi Palminteri e
un’azione performativa per denunciare l’emergenza climatica ed
ecologica e il ruolo della finanza fossile: arriva anche a Palermo
l’onda della Ribellione 2021 del movimento Extinction Rebellion.
“Vogliamo vivere!”: questo il messaggio con cui attivisti ed
attiviste di Extinction Rebellion Italia accompagnano una giornata di
mobilitazione diffusa in molte città italiane ed europee. Il movimento
scende in strada con azioni volte a denunciare il ruolo mortifero
della Finanza Fossile.
La data scelta è anche un riferimento al Pesce d’Aprile, di cui, però,
non sarà rimasta che la lisca. Un sorriso amaro per una denuncia che
non è uno scherzo, anzi è serissima.
“Numerosi rapporti” scrivono dal movimento “hanno raccolto dati
preoccupanti su come le banche, gli istituti finanziari e le
assicurazioni principali del mondo, e tra loro colossi italiani come
UniCredit, Intesa Sanpaolo e Generali, continuino a finanziare
massicciamente multinazionali dei combustibili fossili e progetti
devastanti per l’ambiente, contribuendo ad aggravare la crisi
climatica ed ecologica in atto e ignorando gli Accordi di Parigi”.
A Palermo dalla mattina del 1° aprile sarà visibile un nuovo
intervento di pittura urbana che il noto artista palermitano Igor
Scalisi Palminteri ha deciso di realizzare come contributo personale
alla battaglia vitale portata avanti dal movimento. Alle spalle di una
delle tante aree verdi in stato di abbandono della città, all’inizio
di Via Colonna Rotta, l’artista ha realizzato un polittico.
Due oranghi, i nostri “cugini” minacciati d’estinzione, anche per la
produzione di olio di palma, guardano il simbolo di Extinction
Rebellion, una clessidra iscritta nel cerchio del mondo, a indicare
che il tempo per agire sta scadendo. Ai loro lati il grido “Vogliamo
vivere” e una domanda secca “Estinzione o Ribellione?”.
Alle 11 in Via Generale Magliocco, accanto a una sede di Unicredit,
attiviste e attivisti metteranno in scena un’azione performativa.
Due figure in giacca e cravatta apparecchiano un banchetto molto poco
invitante “al sapore di fossile”. Tutto il cibo è terminato e sono
rimasti solo soldi nei piatti e petrolio nei bicchieri.
Davanti a loro sfila un’umanità condannata alle calamità naturali e ai
conflitti sociali legati alla crisi climatica.
“Solo quando l’ultimo albero sarà tagliato, l’ultimo fiume avvelenato,
l’ultimo pesce pescato, solo allora capiremo che non possiamo mangiare
denaro” dice un’attivista, riprendendo le parole di un noto e
tristemente attuale proverbio dei Nativi d’America, “persino chi
adesso sceglie di investire nei fossili prima o poi se ne renderà
conto”.
Foto del murales disponibili a partire dalle 9 del giorno 1
Foto dell’azione disponibili a partire dalle 14 del giorno