Accertamento della disabilità, a Firenze è corsa a ostacoli dopo la riforma delle procedure: al patronato Cgil accessi mensili crollati da 1000 a 40 in un anno. Le criticità: carico burocratico per i medici certificatori (tempi di realizzazione dei certificati saliti da 30 fino a 60 e anche 90 minuti) con innalzamento dei costi (lasciati alla libertà del singolo), meno accessibilità territoriale (solo 3 centri Inps in tutta la provincia per le valutazioni di base, prima valutavano le Asl).
Cgil, Inca Cgil e Spi Cgil: “C’è una stasi del diritto, per via del mancato riconoscimento di un’ampia platea di sostegni per tanti cittadini e minori in condizioni di fragilità. Quadro desolante, siamo già a un mese di prestazioni perse, siamo preoccupati, il Governo, l’Inps e le istituzioni locali trovino correttivi e regolino i prezzi”
Firenze, 3-2-2025 – Dal 1° gennaio 2025, in nove province italiane (Brescia, Catanzaro, Forlì-Cesena, Frosinone, Perugia, Salerno, Sassari e Trieste e la nostra Firenze), è partita la sperimentazione della nuova procedura per l’accertamento della disabilità, che introduce importanti novità, una riforma che dal 1° gennaio 2026 interesserà l’Italia intera.
Fra i punti cardine di natura tecnica della riforma, troviamo la variazione della genesi della procedura sanitaria: se fino al 31 dicembre 2024 all’emissione di un certificato medico seguiva una fase amministrativa curata principalmente dai patronati, adesso l’iter prende l’avvio direttamente tramite l’invio telematico all’Inps del certificato medico introduttivo. La nuova procedura, con l’obbligo della firma digitale e un processo di trasmissione telematica del certificato più articolato, e con alcuni aspetti amministrativi prima assenti, aumenta il carico burocratico per i medici, soprattutto per i medici di medicina generale, la cui situazione toscana e fiorentina era ed è tutt’ora in forte sofferenza a causa della cronica carenza di personale. Centrale rimane il ruolo dei patronati: alla fase sanitaria deve infatti inevitabilmente seguire la trasmissione dei dati socio-economici all’INPS, fondamentali per la liquidazione delle competenze economiche connesse ai gradi di disabilità eventualmente riconosciuti, un compito che può essere svolto avvalendosi degli sportelli di Patronato.
Gennaio 2025 può essere considerato un buon testimone dell’andamento della sperimentazione? Se la risposta è sì, ci aspettano tempi bui: da una parte la procedura INPS, partita con alterna efficacia da metà del mese, presenta ancora diverse criticità, risultando completamente assente nella parte dedicata a cittadini e patronati ai fini della trasmissione dei dati socio-economici, dall’altra il comparto dei medici certificatori constata tempi dilatati nella realizzazione dei certificati introduttivi, che ora richiedono dai 60 ai 90 minuti (prima bastavano 30) per essere correttamente compilati, l’assenza di strumenti tecnici adeguati, come l’adesione alla firma digitale che risulta ora obbligatoria, ed in generale uno stato di sofferenza nell’integrare questo genere di assistenza con l’attività ordinaria.
Tutto questo si traduce in una diffusa incapacità di assorbire le richieste da parte di buona parte dei medici certificatori nel produrre i certificati introduttivi, e in un conseguente innalzamento del costo del certificato stesso, tutt’altro che regolato dalla lettera della legge e lasciato alla scelta del singolo, dando luogo ad una tragica stasi del diritto: se il Patronato INCA Provinciale di Firenze registrava nel mese di gennaio 2024 quasi 1000 accessi ai propri servizi per avere ausilio su domande legate alla sfera della disabilità, a gennaio 2025 gli accessi sono stati poco più di 40.
Una differenza vertiginosa, confermata purtroppo delle testimonianze INCA anche delle altre 8 province sperimentali, che ci consegna l’immobilismo e la perdita nei fatti di un’ampia platea di diritti: il percorso relativo alla disabilità infatti abbraccia dal riconoscimento dell’invalidità civile, con diritto a diverse prestazioni economiche, come pensioni di invalidità o assegni di accompagnamento, e sanitarie, come protesi, ausili e assistenza sanitaria, all’attestazione di una condizione di svantaggio sociale derivante dal proprio grado di disabilità, necessaria per accedere a benefici specifici legati alla sfera della Legge 104, come permessi lavorativi per i familiari che assistono una persona con disabilità, agevolazioni fiscali per l’acquisto di veicoli e ausili, e priorità nell’accesso a determinati servizi. Ma non solo: il percorso di valutazione e riconoscimento della disabilità è fondamentale per assistenza domiciliare, partecipazione ai centri diurni, servizi di trasporto agevolato, detrazioni fiscali per spese mediche, IVA agevolata per determinati beni e servizi, diritto al collocamento mirato, contributi per l’adattamento dell’abitazione, facilitazioni per l’acquisto o l’affitto di alloggi, e molto altro.
Esiste inoltre, e si farà più pressante se e quando la situazione si evolverà rispetto all’attuale stasi, un ulteriore problema legato all’accesso alle valutazioni di base a cui devono essere sottoposti coloro che chiedono tali riconoscimenti: se prima, con un innegabile aggravio burocratico, le visite venivano svolte in locali ASL da commissioni mediche ASL, e dovevano poi essere confermate da una commissione INPS, oggi la sperimentazione prevede che la valutazione sia unicamente in capo ai gabinetti medici INPS, nel tentativo nobile di abbreviare gli oltre 200 giorni di attesa media con cui venivano emessi i giudizi sanitari. Se in spirito l’operazione è più che condivisibile, nella pratica si verifica una forte perdita di accessibilità territoriale, passando dai numerosi punti territoriali messi a disposizione dalla ASL provinciale soli tre centri INPS attrezzati per effettuare le valutazioni di base, di cui due nella città di Firenze ed uno a Sesto Fiorentino, ed al tempo stesso, si acuisce una cronica mancanza di personale medico-sanitario capace di far fronte alla mole delle richieste che, si spera, tornino a regime quanto prima.
Si tratta di cittadini fragili e famiglie a cui si è presentato un percorso ad ostacoli e stanno venendo meno diritti fondamentali: diritto a lavoro, salute, scuola, mobilità. Il certificato introduttivo è l’avvio per accedere ad una prestazione essenziale che sta venendo meno.
Serve un confronto urgente con le istituzioni: abbiamo inviato una richiesta di incontro all’Assessorato al Sociale della Regione Toscana con l’obiettivo di creare una cabina di regia dove tutte le parti coinvolte – Comuni e Inps compresi – possano confrontarsi ed intervenire per rimuovere i tanti problemi e ingiustizie sociali che si stanno presentando in questa prima fase dell’applicazione della riforma. Occorre anche regolare i costi dei certificati introduttivi.
Le preoccupazioni che emergono da questo quadro desolante non possono essere ignorate: è fondamentale che il Governo e le istituzioni coinvolte ascoltino attentamente le voci delle persone con disabilità, delle loro famiglie e degli attori che in questi anni, come il Patronato INCA e la CGIL, sono state al fianco di questi cittadini, adottando le misure necessarie per garantire che questo percorso riformista sia effettivamente inclusivo e rispettoso dei diritti.
La riforma della disabilità non deve essere solo una questione di numeri e statistiche, ma un impegno concreto per migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità, per promuovere la loro inclusione sociale e lavorativa e per garantire il rispetto della loro dignità.
Firmato: Giancarla Casini (Cgil Firenze), Emilio Fabbri (Inca Cgil Firenze), Alessio Focardi (Ufficio politiche disabilità Cgil Firenze), Chiara Tozzi (Spi Cgil Firenze)