14 – 19 dicembre 2021
(martedì – sabato, ore 20.45; giovedì, ore 18.45; domenica, ore 15.45)
Teatro La Comunità 1972
con il sostegno di MIBAC – Direzione Spettacolo, Regione Lazio
Antonio Balbi, Sonia Bertin, Jacopo Carta, Chiara Felici, Giuseppe Claudio Insalaco, Camilla Martini, Riccardo Pieretti, Federica Stefanelli, Guido Targetti, Maria Luisa Zaltron
GERMANIA ANNI ’20
di Giancarlo Sepe
scene Alessandro Ciccone
costumi Lucia Mariani
musiche Davide Mastrogiovanni a cura di Harmonia Team
disegno luci Guido Pizzuti
foto di scena Manuela Giusto
Durata: 1h circa, atto unico.
Al Teatro della Pergola, da martedì 14 a domenica 19 dicembre, Giancarlo Sepe presenta Germania Anni ’20, con la sua Compagnia Teatro La Comunità, uno spettacolo sugli eventi turbolenti della Germania negli anni che seguirono alla Prima guerra mondiale.
Sepe prosegue così il suo percorso di analisi della cultura tedesca, iniziato negli anni ’70 con Herman (Berlino Anni ’30), Accademia Ackermann, il suo primo grande successo, e proseguito di recente con Werther a Broadway.
Germania Anni ’20 è nato da una lunga fase laboratoriale e di studio, ed è recitato in tedesco e in italiano.
«Cos’è quest’aria mefitica, da fine del mondo, che avvolge la Germania dopo la sconfitta della Prima guerra mondiale e che crea paure paradossali al limite dell’isteria nei cittadini che vedono sorgere decine di serial killer e assassini di giovani? Nacque la Repubblica di Weimar per rispondere a tutte le esigenze delle nuove generazioni, ma fallì. E quel popolo che presto avrebbe scritto sui muri: “Alla Germania manca lo spazio vitale per svilupparsi e affermarsi come prima potenza mondiale”, slogan peculiare del nazismo, quel popolo vide avvilito il suo orgoglio di appartenere a una razza eletta, scoprì fame e miseria, vide prostituirsi le donne agli angoli delle strade, madri e figlie. Weimar doveva unire il popolo nel nome delle arti e della riappacificazione nazionale. Niente di tutto questo. I ‘geni’ si affacciano alla ribalta della cultura tedesca e scappano via perché visti come dei sovversivi, o alcuni come ebrei artefici dei disastri politici-finanziari. Parliamo di Grosz, Dix, Brecht, Murnau, Lang e decine di artisti. La Germania di nuovo gioca con la grandezza dei suoi figli per autodistruggersi ancora una volta. In quei momenti la violenza raggiunse il massimo, rendendo le notti, i palcoscenici, gli schermi cinematografici, i dipinti, le musiche, le architetture come mostri che mangiano l’umano e lo tagliano a pezzi. La luna in cielo non è più romantica, ma rappresenta il risveglio del licantropo che divora le sue vittime, dissanguandole. Dov’è la via di fuga? Dove salvare la pelle, se non nel teatro fumoso di quegli anni, tra canzoni e canzonette, tra fotogrammi di mostri, posseduti da scienziati pazzi, che rispondevano al nome di Cesare… Weimar compie 100 anni, e in qualche modo, anche espressionista, va raccontata!!!»
Giancarlo Sepe