Biodiversità. Esemplari di tartarughe americane sulle spiagge di Rimini, Riccione, Misano Adriatico. La Regione invita i cittadini a portarle presso il Centro recupero animali selvatici di Rimini: sono una minaccia per le specie locali. Come riconoscerle
Assessora Lori: “Sempre più numerosi i casi di piante o animali esotici che minacciano quelli locali”. L’impegno della Regione per la conservazione della tartaruga autoctona. In Italia le specie aliene sono più di 3mila, di cui circa il 15% invasive, con un aumento del 96% negli ultimi 30 anni
Bologna – Una specie esotica invasiva con rilevanti impatti sulla biodiversità. La tartaruga palustre americana (Trachemys scripta) minaccia in particolare la specie, in via di estinzione e protetta, della tartaruga autoctona (Emys orbicularis), rispetto alla quale presenta diversi vantaggi competitivi, tra i quali le maggiori dimensioni corporee, il raggiungimento della maturità sessuale ad età inferiore ed una maggiore fecondità.
Per questo, in occasione dei numerosi ritrovamenti sulle spiagge di Rimini, Riccione, Misano Adriatico a causa delle recenti mareggiate e piene fluviali, la Regione ricorda ai cittadini che la tartaruga palustre americana non può essere né detenuta, anche in confinamento, né trasportata, né rilasciata nell’ambiente.
E ha individuato per la detenzione temporanea il Centro CITES di Marina di Ravenna (presso la Riserva naturale Pineta di Ravenna – sez. Piomboni, Via Ciro Menotti 20), gestito dal Raggruppamento Carabinieri Biodiversità.
Gli esemplari ritrovati potranno dunque essere consegnati dai cittadini al Centro recupero animali selvatici (CRAS) di Rimini (Via Baracchi n. 47, 47923 Corpolò), gestito dall’Associazione ATENA OdV che provvederà al trasporto presso il centro di Marina di Ravenna.
“E’ un invito che rivolgiamo ai cittadini, nella convinzione che dalla loro collaborazione potrà arrivare un contributo prezioso – spiega l’assessora regionale ai Parchi e biodiversità, Barbara Lori -. Purtroppo sono sempre più numerosi i casi di piante o animali esotici che, introdotti dall’uomo in modo accidentale o volontario, mettono a serio rischio molte specie e varietà native, compromettendo un equilibrio spesso fragile e già minacciato dalle attività umane”.
Come distinguerle
Trachemys scripta, la specie alloctona, si può individuare facilmente per le vistose striature rosse, gialle o arancioni sul capo e sulle zampe. Emys orbicularis invece è uniformemente scura e punteggiata di giallo sia nel capo che nelle zampe.
Cosa sono le specie aliene
In Italia le specie aliene (Invasive Alien Species), sono più di 3mila, di cui circa il 15% invasive, con un aumento del 96% negli ultimi 30 anni, minacciando l’esistenza di moltissime specie ed ecosistemi nativi.
La tartaruga palustre americana in particolare può influire negativamente sugli ambienti colonizzati attraverso la predazione di una grande varietà di specie animali, tra cui insetti acquatici, crostacei, pesci e anfibi, e nutrendosi anche di vegetazione acquatica. Un altro fattore di rischio legato al rilascio di questa specie nell’ambiente è dovuto alla possibilità di trasmissione di patogeni ad altre specie.
Un progetto per la conservazione della tartaruga autoctona
L’Emilia Romagna è regione pilota del progetto Life Urca Proemys (Urgent Conservation Actions pro Emys orbicularis in Italy and Slovenia) che vede coinvolte numerose istituzioni italiane e slovene con il coordinamento generale del WWF Italia. Uno dei risultati previsti è la realizzazione del Piano di gestione nazionale per la conservazione della tartaruga palustre Emys orbicularis. Il piano, che vede la Regione impegnata in prima linea, intende individuare a livello nazionale i principi e le azioni da mettere in atto per la salvaguardia della specie. Questa misura sarà poi applicata sperimentalmente sul territorio regionale per una sua successiva revisione definitiva prima della sua adozione.
Paola Fedriga