Rischio alluvioni: il ruolo dell’Autorità di bacino
Audizione in commissione Ambiente, presieduta da Lucia De Robertis (Pd), di Gaia Checcucci, segretario generale dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino settentrionale in merito alle attività connesse alla valutazione e gestione dei rischi di alluvioni
di Paola Scuffi, 8 febbraio 2024
Firenze – Pomeriggio di full immersion – ieri, mercoledì 7 febbraio – in commissione Territorio, ambiente, mobilità, infrastrutture, presieduta da Lucia De Robertis (Pd), sulle attività connesse alla valutazione e gestione dei rischi di alluvioni, con riferimento anche ai recenti eventi che hanno colpito la Toscana attraverso un confronto con l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino settentrionale. Ad accompagnare in questo approfondimento, il segretario generale, Gaia Checcucci: “E’ la prima volta che sono con voi in commissione e colgo volentieri l’occasione per condividere il ruolo dell’Autorità, in un perimetro tecnico normativo di riferimento, per concentrarsi sul nostro modo di lavorare: Piano di bacino e stralci funzionali approvati con Decreti della Presidenza del Consigli dei Ministri (Dpcm), per mappare la pericolosità del rischio e pianificare”, ha spiegato. “Siamo in vigenza di un Piano di bacino rischio alluvioni 2021-2027, uno strumento che contiene mappe che amo definire fotografie a colori secondo tre livelli di pericolosità, come da letteratura scientifica, elevata, media e bassa”, con un calendario di aggiornamento annuale.
In sintesi: l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino settentrionale, istituita dal decreto legislativo 152/2006, in attuazione della direttiva CE 2000/60, è operativa dal febbraio 2017, quando vennero soppresse tutte le autorità di bacino, di cui alla legge 183/1989. La direttiva della CE istituisce in ambito europeo 110 distretti idrografici, di cui sette in Italia. Sul fronte dell’inquadramento: l’Autorità è un ente pubblico non economico ed ha come funzione principale la mappatura della pericolosità del rischio. L’autorità si articola fondamentalmente nella figura del segretario generale, che è il rappresentante legale ed è nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri; la conferenza istituzionale permanente, che è l’organo di indirizzo politico dell’Autorità ed ha il compito dell’adozione del piano di bacino; è presieduta dal Ministro dell’Ambiente e composta dal Ministro delle Infrastrutture, dal Capo di partimento della Protezione civile, dal Ministro delle politiche agricole e forestali e dal ministro della cultura, oltre ai presidenti o loro delegati delle Regioni costituenti il distretto; la conferenza operativa, che è l’organo consultivo ed esprime parere ed emana direttive, ai fini della pianificazione e programmazione di bacino. È composta da due rappresentanti di ciascuna amministrazione presente nella conferenza istituzionale permanente, nominati con decreto del Ministro dell’Ambiente.
Ancora alcuni dati: il Bacino distrettuale dell’Appennino settentrionale interessa i territori di Toscana, Liguria e in piccolissima parte Umbria. Si estende su 15 province e 455 comuni, per oltre 24mila chilometri quadrati. In esso sono presenti 950 corpi idrici superficiali e 129 corpi idrici sotterranei. Infine il Bacino interessa i bacini liguri, quello del Magra, dell’Arno, del Serchio, oltre agli altri bacini toscani ad eccezione del Flora, inserito nel Bacino dell’Appennino centrale.
Come sottolineato dalla presidente De Robertis, che ha ringraziato il Segretario per quanto illustrato, l’audizione è frutto della risoluzione approvata dal Consiglio regionale nella seduta dell’8 novembre scorso, con la quale si chiedeva di ascoltare l’Autorità di bacino.
Di “relazione molto utile ed approfondita” hanno parlato anche tutti i commissari intervenuti: Elisa Tozzi (FdI), Massimiliano Riccardo Baldini (Lega), Alessandro Capecchi (FdI), Francesco Gazzetti (Pd). Tra i temi affrontati ricordiamo in particolare: infrastrutture, casse di espansione dell’Arno, Bilancino, assetto idrogeologico, manutenzione ordinaria e straordinaria, consorzi di bonifica, reticoli secondari, ruolo del commissario e, non ultimo, il recente fenomeno delle bombe d’acqua.
“Vi ringrazio per l’interesse – ha concluso Checcucci – siamo un territorio fragile e occorre capire, insieme, cosa del sistema può funzionare meglio, perché il rischio esiste e va gestito”.
“Una cosa è certa – ha concluso la presidente De Robertis – la commissione ha iniziato un percorso di approfondimento e continuerà su questa strada, per arricchire il bagaglio di conoscenze sulla materia”.
Benedetta Bernocchi