SIENA. Potenziare il percorso dedicato al trapianto di cuore e all’assistenza ventricolare meccanica nei pazienti adulti affetti da cardiopatie congenite grazie ad una collaborazione tra Azienda ospedaliero-universitaria Senese e Fondazione Gabriele Monasterio. Questo l’obiettivo dell’accordo sottoscritto dai rispettivi direttori generali, Antonio Barretta e Marco Torre, per mettere a fattor comune le rispettive expertise e garantire la gestione dei pazienti con cardiopatie congenite che necessitano di particolari tipologie assistenziali, quali l’assistenza ventricolare meccanica, o che sono candidabili al trapianto di cuore, che vede nell’ospedale Santa Maria alle Scotte il centro di riferimento per la Regione Toscana.
Due eccellenze del territorio che si legano a doppio filo per uno scopo comune: la cura di pazienti adulti affetti da cardiopatia congenita. Quella dei GUCH è una popolazione silenziosa ed in continua crescita. Con una bassa aspettativa di vita, a volte addirittura con una malformazione tale da essere incompatibile con la vita, fino agli anni ’70 non potevano ricevere cure. Oggi, grazie ai progressi della medicina e della scienza, abbiamo imparato a conoscere le tipologie di malformazioni cardiache e questi pazienti possono essere operati: le correzioni cardiochirurgiche e i trapianti permettono loro di condurre la propria vita, al nostro fianco.
«Si tratta di un impegno sottoscritto per garantire a questi pazienti le migliori professionalità presenti in Toscana e favorire la massima collaborazione tra professionisti – commenta il direttore generale dell’Aou Senese, Antonio Barretta -. Il nostro centro, unico in Toscana per il trapianto di cuore, si apre così ad una cooperazione molto importante, mirata soprattutto ad una migliore e sicuramente più efficace presa in carica dei nostri pazienti con cardiopatie che potranno contare anche sull’eccellenza in campo scientifico e assistenziale riconosciuta alla Fondazione Monasterio. L’Aou Senese sta lavorando, d’intesa con la Regione Toscana e le aziende del Servizio Sanitario Regionale, a consolidare altre collaborazioni, pertanto, questo è solo il primo passo di un programma più ampio di consolidamento delle reti dei trapianti di cui la nostra azienda è attore fondamentale».
«Voglio ringraziare, innanzitutto, i nostri clinici, che hanno promosso questa importante collaborazione – aggiunge Marco Torre, direttore generale della Fondazione Monasterio -. Rafforzare la capacità di cura del servizio sanitario toscano, mettendo al centro il paziente e disegnando intorno ad esso una rete di competenze che riunisce le eccellenze Toscane. Questo l’obiettivo che ci ha sempre animati, e che portiamo avanti anche siglando questo accordo. In particolare, ci impegniamo non solo a mettere a disposizione le nostre migliori professionalità sanitarie ma anche l’expertise bio-ingegneristico, per assicurare la risposta di cura più innovativa ed appropriata a ciascun paziente».
«Le due équipe hanno già iniziato a collaborare con un primo intervento effettuato nei giorni scorsi – prosegue la dottoressa Serafina Valente, direttore del Dipartimento Cardio-Toraco-Vascolare – I pazienti cardiopatici congeniti adulti, identificati con l’acronimo GUCH (Grown Up Congenital Heart), richiedono un’intensa attività assistenziale integrata, orientata alla multidisciplinarità e che coinvolge diversi professionisti, sia in ambito cardiologico, interventistico, anestesiologico e cardiochirurgico. La gestione clinica del paziente, affidata in base alla complessità del caso alle équipe multidisciplinari del nostro dipartimento, viene condivisa con i professionisti della Fondazione Monasterio, potendo quindi contare su grande eccellenza, competenza ed esperienza».
«Spesso con problematiche di confine tra la cardiologia pediatrica e quella dell’adulto – spiega il dottor Giuseppe Santoro, direttore dell’unità operativa Cardiologia Pediatrica e del Congenito Adulto –, questi pazienti necessitano di una stretta integrazione tra professionisti differenti. La collaborazione fra i due enti nasce proprio per questo scopo: la gestione di pazienti la cui storia clinica si trova in una fase tanto avanzata da non poter essere trattata con metodiche terapeutiche convenzionali, ma con supporti avanzati, fino al trapianto cardiaco. Ulteriore obiettivo di tale partnership è quello di porre in essere progetti di scambio culturale continuo, e di garantire l’aggiornamento ultra-specialistico degli specializzandi in formazione».
La convenzione stipulata prevede che la Fondazione Monasterio si renda disponibile per il supporto clinico necessario all’inquadramento e al planning dei pazienti, anche attraverso il proprio laboratorio di bioingegneria “BioCardioLab”. In tale ambito rientrano anche tutte le attività che attengono alle specialità di cardiologia, cardiologia interventistica pediatrica, cardiochirurgia pediatria e cardio-rianimazione. Laddove ritenuto necessario, è garantito anche il supporto cardio-rianimatorio nel decorso post-trapianto.